TARQUINIA MOMENTI DI MODERNITÀ
Architettura del secolo XX
Luciano Marziano
Presentazione
Renzo Piano, in una intervista al giornale Le Monde, a fronte delle città occidentali soffocate dall’inquinamento atmosferico, acustico, visivo e da molti tipi violenza, mette al centro della progettazione futura la qualità della vita. Fino agli anni Cinquanta del Novecento tale qualità se pur priva di alcuni servizi oggi, purtroppo, irrinunciabili, aveva nei centri urbani minori una spiccata identità del luogo con conseguente senso di appartenenza da parte del cittadino.
L’architettura ha sempre avuto un ruolo primario nella vita di ognuno di noi. Basti pensare al comfort della casa di abitazione, alla funzionalità delle scuole, delle strutture culturali, sportive e sociali, servizi importanti ed essenziali per la vita di relazione e per la crescita sia individuale che collettiva.
Secondo Ludovico Quaroni, l’architettura è una attività dell’uomo che tende ad umanizzare lo spazio naturale con i mezzi che la cultura cui appartiene gli mette a disposizione. Nella parte moderna di Tarquinia oggi vediamo poca architettura e tanta edilizia di scarsa qualità realizzata solo per contenere unità abitative e commerciali incapace di trasferire vocazione e riconoscibilità al luogo trasformato.
Luciano Marziano nel suo saggio è andato alla ricerca di quelle Architetture di «vocazione» realizzate dalla fine dell’Ottocento ad oggi, ha studiato e analizzato le forme stilistiche degli edifici, le ha confrontate con gli stili del passato nella convinzione che l’architettura è tale se la sua qualità si manifesta, si riconosce e si armonizza con l’ambiente urbano.
La struttura del Centro commerciale Top 16, progettata dall’architetto Leonardo Maria Proli, da tempo si identifica con un intero quartiere, il Silos granario del piano è memoria storica per tutti gli agricoltori e coloro che vi hanno operato a vario titolo, il Borgo delle Saline è diventato patrimonio della città mentre quello dell’Argento si identifica con una parte di territorio a nord di Tarquinia. Le case Enel e la Scuola materna progettate, rispettivamente, dagli architetti Paolo Portoghesi, Massimiliano Fuksas e Annamaria Sacconi, costituiscono architetture in grado di qualificare un intero quartiere, il PEEP, molto popoloso e privo di elementi identificativi.
La casa Massi costituisce per me, invece, un ricordo d’infanzia quando fino all’età di sei anni ho abitato nell’ultimo piano del palazzo Costantini. Ogni mattina dal letto della mia camera vedevo solo l’oculo della casa Massi, non capivo che cosa fosse e la mia fantasia correva e andava alla ricerca di mondi fantastici.
Il libro di Marziano ti coinvolge, ti appassiona, fa emergere l’importanza del paesaggio, dell’ambiente e dei luoghi che hanno segnato un territorio come le Saline, la Cartiera e la Montecatini.
Lawrence Durrell scriveva che il fattore determinante di una cultura è lo spirito del luogo, valore che oggi, anche a causa dell’uso improprio della tecnologia, in parte si è perduto.
Luciano Marziano ci aiuta a ritrovare quei valori perduti e non solo, ci aiuta anche a sostenere prese di posizioni contro vergognose attacchi al paesaggio e alla integrità storica del nostro territorio come lo è stato, nel recente passato, con Roma Vetus.
Documentare l’architettura guardata con l’occhio del critico come lo è Marziano è fondamentale per comprendere quali valori, capacità e limiti ha la città di rappresentare se stessa.
Le architetture nel libro sono ben illustrate dalle fotografie di Cisneros, Ercolani e Lamberti che hanno interpretato le indicazioni fornite da Luciano Marziano che sappiamo nel lavoro essere molto rigoroso.
Grazie Luciano per il lavoro continuo e appassionato che svolgi da anni per Tarquinia.
Angelo Centini Presidente della Commissione
Consiliare Cultura
della Città di Tarquinia