TARQUINIA
Recupero delle antiche connessioni
tra la Città dei vivi e la Città dei morti

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Nell'ambito delle attività del

Museo della Città e del Territorio
(Sistema Museale di Ateneo - UNITUS)

sabato 23 marzo 2013 alle ore 17


verrà

inaugurata presso il Museo

Via di Porta Marchetta, 2
Vetralla

la mostra

TARQUINIA
Recupero delle antiche connessioni
tra la Città dei vivi e la Città dei morti

Interverranno:

Elisabetta De Minicis
, Unitus,
Luigi Franciosini, Università Roma Tre
Angelo Centini, Comune di Tarquinia
Laura Della Sala, Università Roma Tre

La mostra è un estratto della Tesi di Laurea dell'Architetto Laura Della Sala discussa presso l'Università degli Studi Roma Tre, relatore: Prof. Arch. Luigi Franciosini, correlatori: Archh. Alessandra Carlini, Cristina Casadei, Paola Porretta.
Il progetto è stato anche selezionato per partecipare alla sezione dei lavori universitari della 7 Biennale dei Paesaggio di Barcellona.
È stato inoltre esposto in quanto partecipante presso il COAC (Collegi d'Arquitectes de Catalunya) e l'ETSAB (Escola Tècnica Superior d'Arquitectura de Barcelona) di Barcellona dal 26 al 28 settembre 2012. A seguire l'esposizione ha visitato altre università europee.
http://www.coac.net/landscape/escoles_eng.html
La mostra è stata patrocinata dall'Università degli Studi di Roma Tre, dal Comune di Tarquinia e realizzata in collaborazione con la Casa Editrice Davide Ghaleb.

Non esiste nulla di isolato ma è tutto parte di una Universale Armonia.
Tutte le cose si compenetrano l’una nell’altra,
e l’una nell’altra patiscono, e l’una nell’altra si trasformano.
E non è possibile comprenderne una se non attraverso le altre
” 

Dimitris Pikionis

Con queste parole Dimitris Pikionis descriveva nel 1935 il suo immaginario del paesaggio.
Paesaggio che coincide con il paesaggio archeologico, e che viene concepito come un unico organismo regolato da leggi facenti parte di un più complesso sistema.

A Tarquinia quella che Pikionis definirebbe Universale Armonia è ad oggi andata perduta; l’antica Tarkna nella percezione di chi la visita si riduce ai soli ipogei dipinti, attualmente unica piccola porzione del territorio attrezzata.
I limiti dell’area archeologica attuale sono ridotti e molto diversi da quelli che realmente definivano l’antico territorio della città etrusca.

Scopo della tesi è stato individuare questi limiti e riportare alla luce gli antichi collegamenti tra acropoli e necropoli per poter ricreare quell’universale armonia oggi dimenticata.
Tre sentieri dall’età villanoviana attraversano la valle del San Savino. 
Camminare lungo questi percorsi consente di percepire correttamente il territorio e di prendere contatto con quella che era ed è l’identità di esso: un continuo alternarsi di valli e bassi poggi, senza mai perdere di vista le due grandi colline della Tarquinia etrusca.
Particolare attenzione è stata posta al sentiero dei Primi Archi, l’unico attualmente ancora realmente in uso.
Tre sono i punti fondamentali del suo tracciato: l’innesto, la valle e la salita all’acropoli.
L’innesto del sentiero nella necropoli, naturalmente  individuato nella spaccatura dei Primi Archi, si pone anche come innesto con la viabilità attuale e con quella antica sopravvissuta, e rappresenta una fondamentale cerniera per quelle che si propongono come nuove percorrenze di una visita che veda l’archeologia come parte di un tutto e non più come entità a se stante.

L'intervento progettuale trova la sua ragione di esistere nelle volumetrie del vecchio lanificio di Tarquinia, che sorge proprio in questa cerniera, creando una nuova centralità che possa essere il punto di partenza di una nuova fruizione del territorio e non solo dell’archeologia.