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ABBIAMO FATTO RUMORE
A cura di Paola Maruzzi, Diana Ghaleb, Fabrizia Lucidi


Ogni parola è un oceano
Filippo Milani (Università di Bologna)

Il linguaggio della poesia è un linguaggio speciale e specifico, perché non è un linguaggio quotidiano, di uso comune, degradato, ma è un’invenzione sempre nuova che di volta in volta mette alla prova le infinite possibilità della lingua. Ogni autore/autrice intende la poesia in modo diverso e lo reinventa ogni volta che si accinge a scrivere un nuovo testo, alla ricerca incessante e mai definitiva della combinazione esatta tra le parole per dire qualcosa su di sé e sul mondo. Ogni testo poetico si confronta con l’inesauribile complessità del mondo nel tentativo di fornire una rappresentazione minima ma illuminante dell’ignoto che ci circonda.
Per provare a capire (almeno in parte) una poesia non basta leggerla, ma è necessario immergersi in ciascuna parola che la compone, nel suono di ogni singola sillaba e nei legami semantici che crea con ogni altra sillaba, ogni parola, ogni verso. Immergersi nelle parole significa leggerle e ascoltarle con così tanta attenzione che ad un certo punto le sentiamo risuonare dentro di noi come se fossero nostre o come se parlassero davvero di come stiamo al mondo. Di conseguenza, non basta mai leggere una poesia solamente una volta, ma è necessario rileggerla più volte in tempi ravvicinati e poi ancora in periodi diversi della propria vita. Solo in questo modo si potranno far emergere alcuni degli innumerevoli significati di un testo poetico, anche se ogni poesia rimane inesauribile.
Infatti, gli studiosi di poesia suggeriscono di leggere un testo poetico almeno tre volte di seguito a voce alta per individuare le componenti principali di cui è composto: la prima lettura per capire in generale quale argomento viene affrontato; la seconda per cogliere la struttura formale di base (strofe, tipo di verso, rime, ecc.); la terza per rilevare le figure retoriche di significato (similitudini, metafore, ecc.) e quelle di suono (assonanze, allitterazione, ecc.). Dopo la terza lettura, è possibile tenere insieme tutti gli elementi e cominciare a riflettere su come funziona uno specifico testo poetico: non solo capire di che cosa parla, ma anche come ne parla. Nel linguaggio poetico il significato e il suono di ogni parola sono importanti allo stesso modo: bisogna ricordare che l’autore/autrice ha scelto quelle specifiche parole e le ha disposte in quel particolare modo, perché ha ritenuto che fossero le più adatte per esprimere un certo concetto, per creare una certa immagine e per risuonare insieme come le note di una canzone.

Ma questa operazione non è sufficiente per immergersi davvero a fondo nella complessa struttura di un testo poetico, perché si rischia di restare solo sulla superficie delle parole. Invece, è necessario provare a scrivere, riscrivere e rielaborare una poesia per assimilare anche gli aspetti più nascosti. Quando si riscrivere una poesia parola per parola, si può cogliere il lavoro creativo del poeta o della poetessa che l’ha realizzata. Quando poi si prova a rielaborare un testo poetico applicando piccole variazioni (ad esempio, sostituire una parola con un’altra che suona simile), allora si mette alla prova la struttura stessa del componimento, realizzando testi alternativi a quello di partenza.
Quindi, l’operazione che avete compiuto con il vostro laboratorio poetico è di fondamentale importanza, perché avete lavorato intensamente sulle poesie di grandi poeti e poetesse italiani e internazionali, immergendovi nelle combinazioni di parole che loro hanno meticolosamente creato. Per ciascun testo, avete riconosciuto le strutture portanti (rime, iterazioni di versi, assonanze, ecc.) e avete assimilato le parole chiave dal punto di vista tematico. In questo modo, avete sperimentato possibili variazioni sul testo originale, realizzando i vostri personali testi poetici: ciascuno di voi in base alla propria sensibilità.

Ritengo che questo tipo di laboratorio sia molto più importante e istruttivo di un qualsiasi laboratorio di sola libertà creativa, perché vi ha permesso di raggiungere più obiettivi allo stesso tempo: leggere stupende poesie della tradizione nazionale e internazionale; immergervi nella complessità di ciascun testo assimilandolo parola per parola; scrivere le vostre poesie esprimendo la vostra personale visione del mondo integrando le parole originali con quelle scelte da voi. Ogni parola è un oceano di significati visibili e nascosti, perché come ha scritto Pablo Neruda nella poesia Il grande Oceano:

Se dei tuoi doni e delle tue distruzioni, Oceano, alle mie mani
potessi io destinare una misura, un frutto, un fermento,
sceglierei il tuo riposo distante, le linee del tuo acciaio,
la tua distesa sorvegliata dal vento e dalla notte,
e l’energia del tuo linguaggio bianco
che sgretola e disfà le sue colonne
nella purezza della sua rovina.