Davide Ghaleb Editore

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DALLA CUCINA ETRUSCA ALLE RICETTE DELLE NONNE
Il territorio della Tuscia
Luca Ingegneri (a cura di)

Due parole di presentazione
di ELisabetta De Minicis

Sono passati tredici anni da quando, nel maggio del 2002, un gruppo di fedeli frequentatori di Vetralla Città d’Arte, un’Associazione che spontaneamente si è formata in quegli anni al seguito del Museo della città e del territorio di Vetralla, ha deciso di far conoscere ad un vasto pubblico quelle che erano state le pietanze che venivano tramandate oralmente nelle case delle famiglie vetrallesi. In concomitanza con una mostra dal titolo La cucina tradizionale vetrallese, veniva dato alle stampe la prima serie, c’è stata poi una ristampa, di un volumetto sulle Ricette Vetrallesi che ha inaugurato anche una nuova Collana (Guide 1), interamente dedicata a Vetralla ed al suo territorio. A dire il vero non si tratta di un vero e proprio Ricettario, nel senso che non tutte le ricette descritte rispettano quel modo di spiegare, dettagliatamente e con le dosi giuste, che solitamente caratterizza un libro di questo genere, ma, piuttosto, in quelle pagine vi sono vere e proprie testimonianze, dove protagonista è il “racconto” e le dosi, si sa, sono quelle di sempre, gli ingredienti si possono anche sottintendere, se si è vetrallesi.
Dunque ci troviamo di fronte ad un manualetto dove le “fonti” erano gli appunti di mamme, nonne e bisnonne, o semplicemente il ricordo di un modo di fare che apparteneva alla quotidianità e alla gioia dei giorni di festa, un vero spaccato della cultura popolare di queste terre.
Oggi riproponiamo quel Ricettario, unico e speciale nel suo genere, riprodotto nella seconda parte di questo volume, a cui i protagonisti di allora hanno voluto aggiungere qualche nuova pietanza, si sa che con il tempo i ricordi diventano più ricchi e nulla deve essere tralasciato!
Ho a lungo riflettuto se ci fosse in quei racconti di quotidianità qualcosa di antico, di più antico di quanto la memoria storica di un singolo individuo possa ricordare, qualcosa che riguardi gli antenati, gli “antichi” in senso lato, in questi luoghi gli etruschi e poi... i romani; non sono molti gli agganci che abbiamo con il nostro passato, ma certamente i gesti, i comportamenti, il linguaggio e la quotidianità possono rivelare consuetudini e modi d’essere che trovano radici in un tempo molto lontano.
E allora abbiamo giocato, ci siamo divertiti a raccogliere qualche idea, di riproporre alcune delle ricette che, sebbene non abbiano sempre avuto origine in questo territorio, certamente hanno cadenzato le abitudini culinarie della Tuscia, luogo di grande fascino e di alta civiltà, in quei tempi.
Così, nella prima parte del libro che, tra l’altro è dedicato anche a questi illustri predecessori, compare innanzitutto qualche appunto, di divertente e snella lettura, sull’arte culinaria di questi “antichi” etruschi, greci e romani, che Francesco Menghini ci ha voluto regalare, a cui fanno seguito una serie di fantastiche Ricette. Solo la pazienza, la devozione, l’estro di Luca Ingegneri che tutte le ha interpretate, adattate e provate trovando i giusti ingredienti insieme a Francesco, al quale si deve la ricerca delle fonti, ha permesso che si potessero proporre ad un vasto pubblico, che sicuramente sarà giudice oltre che curioso degustatore.
Il tentativo, quindi, di collegare alla grande tradizione delle arti classiche, sempre motivo di studio e di curiosità, la tradizione della cultura popolare locale, anch’essa profondamente presente nell’esistenza di tutti noi, passa qui attraverso l’arte culinaria, quell’insieme di sapori, odori e gesti che caratterizza ogni attimo della nostra vita di tutti i giorni.