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SCHEGGE
Teresa Blasi Pesciotti

Nota introduttiva
In questi ultimi tempi della mia vita ciò che  mi spinge a scrivere qualche pagina di  brevi narrazioni, note e riflessioni varie e anche ad affrontare il cimento della poesia, sono sempre i soprassalti emotivi che provengono da quella parte di noi, profonda e vitale, che chiamiamo memoria. Ricordi di situazioni, di accadimenti, anche minimi, riferibili prevalentemente agli anni mitici dell’infanzia e a quelli difficili dell’adolescenza, segnati dalle sofferenze della guerra e dal dolore dei primi gravi lutti famigliari.
Nelle prose precedentemente pubblicate:Il Funare, Il profumo delle carrube, (Davide Ghaleb Editore) sono stati narrati con toni leggeri anche episodi riferibili agli anni della maturità, che potrei definire, parafrasando Hannah Arendt, di intensa «vita activa».
Questa volta l’occasione mi si è offerta mentre ero intenta a cercare di mettere un poco d’ordine tra carte e taccuini, ricolmi di appunti, relativi al quotidiano impegno nella scuola e nella vita civile e politica e anche di varie notazioni diaristiche e frammenti di lettere, che coprono  un arco di tempo di più di due decenni: 1949-1965. È stato naturale che gettandovi qualche “occhiata” qua e là,  provassi lo stimolo di trascrivere piccoli brani, riflessioni, brevi meditazioni e impressioni su luoghi, città, letture etc. È nata così la breve prima raccolta, presente  in questo libro, con il titolo di Diario minimo.
Nella seconda raccolta, dal titolo Ritorni, si trovano invece i contenuti di quell’imprevisto desiderio che talora mi prende di tradurre in scrittura il mio intenso solitario rammemorare.
Un’ultima notazione. In queste pagine, mentre vi si trovano ancora alcuni raccontini nati dall’esperienza di maestra elementare, sono invece del tutto ignorati  ricordi e riflessioni riferibili all’impegno politico, che pure occupò tanta parte del mio tempo e delle mie energie. Non è un’assenza questa che si possa interpretare come un postumo rifiuto. La motivazione credo risieda in parte nella difficoltà di trovare il tono (cronachistico, liberamente narrativo, non so...), con  cui trattare una materia densa di fatti e iniziative spesso appassionanti, talora frustranti. La difficoltà maggiore però è motivata dalla enorme diversità delle situazioni storico-politiche di oggi rispetto ad allora, e dei modi stessi dell’impegno. Il che richiederebbe almeno un minimo di capacità di analisi dei processi in atto. Cosa che non avrebbe, oltretutto, alcuna attinenza con il senso generale di questo libricino.
I ricordi invece di alcuni episodi delle mie esperienze di studentessa, caratterizzate da insofferenza e ribellione alla “pedagogia mussoliniana”, sono stati rivissuti con una punta di divertito orgoglio per quello che fu il mio adolescenziale antifascismo.

                                               Teresa Blasi Pesciotti