Introduzione di Nicoletta Cignini
Il presente volume rappresenta il secondo capitolo del progetto di studio dal titolo “…all'opre femminili intenta…” ideato dall'Associazione DivaCassia onlus, dall'Associazione Vetralla Città d'Arte e dalla casa editrice Davide Ghaleb allo scopo di ricordare, di valorizzare e di focalizzare quelle arti e mestieri che sono stati ad appannaggio delle donne e che hanno caratterizzato la vita quotidiana del nostro passato prossimo, ma che la desuetudine e la moderna tecnologia hanno fatto rispettivamente dimenticare e soppiantare. Il libro prende le mosse dalla mostra “Tabacco e tabacchine” organizzata al Museo della Città e del Territorio nel 2010 in occasione della Giornata Internazionale della Donna, che ha avuto l'intento di esporre la cultura tabacchicola in Italia e in modo particolare il mestiere delle tabacchine vetrallesi. Alla sua inaugurazione hanno partecipato alcune lavoratrici del tabacco che hanno raccontato e rievocato i diversi momenti del ciclo di produzione, dalla semina nei campi fino alla lavorazione premanifatturiera.
La mostra, attraverso una serie di pannelli esplicativi, ha presentato i molteplici aspetti del “prodotto tabacco”: la pianta dal punto di vista botanico, le varietà coltivate in Italia e le zone di produzione; le principali operazioni svolte durante la coltivazione: la semina, il trapianto, la cura delle piante, la raccolta delle foglie e il loro essiccamento. Inoltre per questa fase agricola sono state messe a confronto le metodologie del passato con quelle impiegate oggi dalla famiglia Boldreghini al Cinelli, unica azienda tabacchicola superstite nel territorio di Vetralla. Una piccola sezione della mostra è stata dedicata ad un essiccatoio in muratura, conservato in loc. Carrozza, in cui il tabacco veniva essiccato con il calore inviato in condotti da una serie di grandi stufe a legna: ne sono stati mostrati lo stato attuale e la ricostruzione grafica tridimensionale.
Si è dato ampio spazio all'attività premanifatturiera svolta nei due opifici vetrallesi, attivi tra il 1950 e la metà degli anni '60: la manodopera impiegata in questi stabilimenti era quasi esclusivamente femminile dal momento che le donne sono da sempre state considerate più idonee e adatte alla selezione delle foglie del tabacco. Era un lavoro a catena in cui ogni reparto si occupava di una fase del processo di premanifattura: la cernita, la raffinazione e classificazione del tabacco, la pressatura e l'imballaggio, l'immagazzinamento, l'essiccamento. Oltre agli aspetti lavorativi si è prestata attenzione anche ai momenti ricreativi in cui erano coinvolte le tabacchine di entrambi gli stabilimenti le quali, in quelle occasioni, sono state immortalate in belle istantanee d'epoca; soprattutto le operaie di via Blera alla fine della stagione lavorativa partecipavano a piacevoli gite annuali delle quali è stata esposta una nutrita documentazione fotografica.
Infine è stata illustrata la fase manifatturiera del tabacco che, sebbene fosse gestita direttamente dallo Stato, veniva demandata anch'essa alla manodopera femminile, spesso con retribuzione a cottimo. La gestione statale si esplicitava in un'organizzazione del lavoro rigida, gerarchica e militaresca, ma anche con la presenza di norme legislative che garantivano una certa tutela delle lavoratrici. Le donne costituivano il cuore insostituibile della lavorazione del tabacco, non esistevano macchine che potessero sostituirle. Soprattutto nella produzione dei sigari erano completamente manuali le due fasi più importanti: la scostolatura (cioè l'eliminazione della nervatura centrale della foglia del tabacco) ed il confezionamento del sigaro.
Il libro si apre con un capitolo storico introduttivo di Elisabetta De Minicis sul “prodotto tabacco”, in cui viene analizzato il ciclo produttivo del tabacco e la sua diffusione sul territorio nazionale, soprattutto nel centro Italia; viene fornito un approfondimento sulle lotte di emancipazione e di rivendicazione di carattere salariale e contrattuale delle lavoratrici del tabacco e soprattutto delle sigaraie.
Il cuore del libro è rappresentato da una serie di testimonianze orali raccolte tra coloro che hanno dedicato anni alla coltivazione del tabacco e tra le tabacchine che hanno lavorato nei due opifici di premanifattura vetrallesi, impiantati dai fratelli Sacchetti uno in via Blera, l'altro in via Madonna del Lauro. Protagonista del libro è dunque la gente del tabacco.
Le testimonianze, raccolte attraverso una serie di interviste realizzate dai curatori, hanno permesso di ricostruire tutte le fasi di produzione e di lavorazione del tabacco.
Negli stabilimenti predominava la manodopera femminile ed erano impiegate, nei periodi di maggior produzione, circa cento ragazze. Lavoro sincronizzato, mansioni ben definite e rigide, disciplina severa, certo condizioni non facili: eppure dai racconti delle tabacchine traspaiono spesso allegria, nostalgia, orgoglio, episodi di solidarietà ed amicizia tra compagne.
La coltivazione e la lavorazione del tabacco negli anni '50-'60 hanno trovato ampia diffusione nel territorio vetrallese diventando una voce importante nel circuito economico locale, dal momento che in quest'ambito era impiegata molta manodopera e numerose famiglie traevano reddito proprio da questa coltura. Inoltre l'elevato impiego negli opifici di personale femminile, che nel tempo si era andato sempre più specializzando, aveva reso le tabacchine indispensabili per l'economia del proprio nucleo familiare, specialmente nella stagione invernale quando i lavori agricoli retribuiti subivano un calo. Le loro testimonianze trapelano la consapevolezza di essere state importanti per il sostentamento delle proprie famiglie, di avere operato con sacrificio e dedizione in un contesto storico ed economico non facile per il nostro territorio e di aver contribuito anche a migliorare la condizione della donna.