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Introduzione di
Giuliana Cavalloni


Catapultata nel passato, camminando per le vie del paese natio paterno, mi rendo conto dell’inarrestabile opera del tempo. Ha segnato i volti delle persone a me care. Implacabile. Alcune le ha portate via con sé e non le rivedrò mai più. Attraverso il cammino in un paese di affetti ritrovati e la vista di un lago pieno di ricordi, ripercorro la vita in retromarcia fino ai giorni in cui, adolescente, ho vissuto spensierata in quel posto e amato i suoi abitanti.
Vagando per quel paese ho impresso nella mente i volti odierni, le case vuote, quelle ancora piene di vita ed ogni scorcio di paesaggio. Ho ritrovato nei giovani volti i tratti dei loro genitori. In quelli anziani la fierezza per il loro paese mai abbandonato. Infine in quelli dei miei coetanei un misto di malinconica speranza riposta nei loro figli. Ho visto nelle case la forza di chi le ha costruite sulla roccia ed il desiderio di non lasciarle disabitate troppo a lungo.
Ho respirato fino in fondo il profumo del lago maestoso che ogni giorno veste abiti nuovi, agghindato talvolta di soffici nubi, baciato da fasci di luce indaco all’alba ed arancione al tramonto. Ho goduto della sua prepotente bellezza che sovrasta quella delle colline che lo circondano: verde brillante in estate e di fuoco in autunno. Ho ammirato quello specchio dai contorni tortuosi nel quale il cielo si riflette, con i suoi colori cangianti, ad ogni risveglio del giorno.
Me ne sono poi andata, riponendo i miei ricordi nei suoi fondali con la speranza di vederli riaffiorare dalle sue acque al mio ritorno.
Da tutto questo nasce l’idea di questo libro. Un cammino di emozioni impreziosito dalle immagini di Emanuele De Angelis. Non semplici scatti, ma un’attenta e sapiente narrazione.