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D'AMOR, DI POESIA E D'ESISTENZA
Giuseppe Stefanoni (a cura di Silvana Alario)


Osservazioni della curatrice
Silvana Alario

Le poesie sono state tutte scritte a mano dall’autore e trascritte in copia digitale da me. Il lavoro di trascrizione non è stato semplice anche se la grafia è in linea di massima leggibile e ordinata. Scriveva quasi senza cancellature: aveva già tutto in testa , solo un paio di poesie hanno una sorta di brutta copia. Per far capire come fosse la sua grafia e l’ordine nella composizione si è dato un esempio in copia conforme con la poesia Accadrà.
Le poesie sono state trovate mescolate nei quaderni tra scritti politici, riflessioni storico-filosofiche, traduzioni dal latino e dal greco di cui aveva ottima conoscenza. Dei quaderni fanno parte anche testi in francese e spagnolo ed esperimenti in altre lingue (come anche il provenzale e il gaelico, nonché in dialetto viterbese che non compaiono in questo volume ad eccezione dei testi dialettali personalizzati Omero e Er Padreterno e i sette divertissement della raccolta La costola d’Adamo.
La trascrizione riguarda dunque soprattutto i testi poetici scritti in Italiano e il libro edito è ben lungi dall’essere esaustivo di tutta la produzione di Giuseppe Stefanoni.
Non tutte le poesie avevano un titolo: così, per agevolare la lettura, ho ritenuto opportuno di integrare i titoli mancanti con titoli scelti da me, mirati a cogliere, in alcuni casi le tematiche dominanti, in altri la parola chiave ricorrente, dei componimenti selezionati per la pubblicazione.
Ho volutamente mescolato poesie di ispirazione politica, esistenziale, erotica e legate alla riflessione sullo scrivere poesia: la scelta è stata motivata dal desiderio di ricreare quello che era il metodo di lavoro di Giuseppe, disordinato e caotico, dettato dagli umori e dagli interessi contingenti.
L’ eventuale attestazione di date e firme nei testi originali è stata segnalata da apposite note.
Mia anche la scelta di porre il testo Omero come incipit perché ho immaginato che Giuseppe considerasse il vate greco il poeta ispiratore della sua «vis poetica» e, del pari, Testamento come poesia finale prima del divertissment e dei due poemetti poiché contiene anche il riferimento esplicito del suo ultimo desiderio, tra l’altro esaudito nei funerali.

La raccolta termina con Riflessione religiosa e Volodja perché le ritengo «conclusive» del suo pensiero.
Nel lavoro di lettura e interpretazione ho avuto l’aiuto fondamentale di Ilaria, figlia mia e di Giuseppe, che è stata tanto vicina al padre e che conosce bene le osservazioni, il carattere e, non di rado, la genesi degli suoi scritti.
Ringrazio infine con affetto e stima quanti mi hanno supportato ed incoraggiato.
Un ringraziamento speciale a Marcella Zingarini, docente di Lettere, che mi ha aiutato nella revisione delle poesie e nella impaginazione con grande competenza tecnica ma soprattutto letteraria. La ringrazio anche per il bel ricordo che ci ha donato e da cui abbiamo tratto la sinossi.
Ringrazio infine, the last but not the least, Marilena Fonti, scrittrice e traduttrice di poesie, per il commento introduttivo dove ha saputo cogliere tanti aspetti dello stile di Giuseppe con occhio professionale e affettuoso insieme.
Grazie di cuore.