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CARLO GOLDONI, MIO MARITO
Giuseppe Emiliani

Introduzione
Giuseppe Emiliani

Nicoletta Connio, la malinconica «sposa genovese» di Carlo Goldoni, alla vigilia della definitiva partenza da Venezia per la Francia, finalmente trova il coraggio di parlare di se, di confessarsi.
Un’esistenza trascorsa ai margini della tumultuosa vita teatrale del marito, restia non soltanto a mescolarsi con i comici e con i loro protettori, ma anche a frequentare quella società che tanto stava a cuore a Carlo.
Specchio di un equilibrio interiore che resistette ai moti della gelosia, al disappunto per le ricorrenti perdite al gioco del marito dissipatore, ai cangianti umori del «vaporoso» Carlo, Nicoletta fu un rifugio sicuro nei momenti di avversa fortuna, la certezza di fronte ai dissesti, il conforto nei giorni delle più aizzose polemiche, il costante richiamo all’equilibrio, al ripensamento, alla moderazione.
La parsimoniosa, saggia e prudente Nicoletta, finalmente, confessa, senza pudore, senza falsi ritegni, le sue frustrazioni per le continue «distrazioni amorose» di Carlo con maliziose soubrettes, comiche, virtuose, avventuriere più o meno onorate...
Nicoletta, finalmente può liberamente sfogare il suo disappunto per le tante debolezze del marito: la sua maniacale propensione per la cioccolata, la facilità di frequentare allegre brigate, la corriva abitudine di chiedere prestiti a chiunque, e soprattutto la fatale frequentazione assidua dei «tavoli verdi».
Tuttavia Nicoletta, malgrado le manchevolezze del marito, non può non riconoscere che a rendere sino ad ora sopportabile la sua vita coniugale, sono state certamente le sue eccezionali doti di comprensione, prudenza, dedizione, ma è stato anche merito della «tranquillità di temperamento» che il flemmatico Carlo ha sempre eletto a regola di vita, facendosi perdonare facilonerie, sotterfugi, doppi-giochi, proprio per la sua rara capacità di essere, malgrado le frequenti crisi depressive, un inguaribile ottimista.
Stavolta però Nicoletta teme che il marito si sia buttato nell’avventura parigina con troppo entusiasmo, troppa faciloneria… Goldoni le ha promesso che torneranno in patria «entro due anni» ma lei ha la netta sensazione che Parigi sarà una tappa senza ritorno.