Davide Ghaleb Editore

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VETRALLA
Lungo la via Francigena

Una introduzione da leggere

di Elisabetta De Minicis

Godere un “ambiente naturale”
Alle falde di Monte Fogliano, a ridosso della Riserva Naturale del Lago di Vico, immerso tra le verdi colline del Viterbese si estende il territorio del Comune di Vetralla, attraversato dalla via Cassia/Francigena. Un luogo frequentato tutto l’anno da turisti e amato soprattutto dagli stranieri sia per i suoi siti archeologici, etruschi e romani, sia per gli innumerevoli ambienti naturali che danno rifugio a diverse specie animali e piante. Lo sanno bene le centinaia di pellegrini che ogni anno a piedi o in bicicletta percorrono la storica via Francigena che conduce a Roma e che in questi luoghi trovano pace e ristoro.
Il paesaggio vegetale è costituito da castagni, faggi e cerri, i quali si contendono il predominio al variare dell’esposizione e della natura del terreno, e dalla presenza di molte specie erbacee, tra cui anemoni, viole, ciclamini che in primavera arricchiscono il sottobosco rivelando straordinarie forme e colori. Camminare in queste macchie verdi, tra alberi maestosi e rigogliosi, significa immergersi in un ambiente quasi magico, permeato dai giochi di luci ed ombre creati dal fitto fogliame delle piante.
Questi luoghi meritano una visita in ogni momento dell’anno: in estate, i frondosi boschi e le sorgenti danno un piacevole refrigerio; in autunno, le faggete si colorano di giallo oro e rosso, il sottobosco è ricco di funghi variopinti e l’aria frizzante rende limpidi i panorami; in inverno, le piante producono buoni frutti e nella boscaglia è possibile intravedere molte specie di passeriformi (merli, cardellini, pettirossi), di piccoli roditori (scoiattoli, ghiri), di tassi, di lepri e di predatori comuni quali la faina e la volpe. A primavera, finalmente la natura si risveglia e con la Festa dell’Albero (ogni 8 maggio), che si svolge nel bosco di Monte Fogliano, inizia anche una nuova stagione vegetativa.
Questi paesaggi naturali mettono a disposizione un’eccezionale varietà di escursioni: brevi e comode passeggiate portano ai boschi di Monte Fogliano (m 965), che si specchia sulle limpide acque del Lago di Vico e che va digradando nella Macchia delle Valli (m 390), nelle località  Monte Panese (m 300), Monte Calvo (m 286) e, a quote ancor più modeste, nelle Valli di Colle Cupo, Valle Falsetta, S. Vivenzio, Le Pile. Oltre alla flora, alla fauna e alle particolarità geologiche c’è ancora molto altro da valorizzare, come le antiche vie selciate, i santuari e le suggestive chiesette isolate.

Un territorio ricco di storia da raccontare in una Guida, come?
Una storia di millenni di cui le prime testimonianze appartengono al Paleolitico superiore (a Norchia) e che arriva fino ai giorni nostri con una molteplice varietà di insediamenti, opere architettoniche e infrastrutture. Le strade, le case, i lavori agricoli hanno trasformato, nel corso del tempo, il paesaggio naturale di questi luoghi, di cui però si conserva ancora una ricca parte, in quello antropizzato che vediamo oggi, parte integrante della nostra storia di popolamento e di evoluzione.
Raccontare questi importanti cambiamenti significa far rivivere un po’ il passato, senza rimpianti o nostalgie, ma con l’unico scopo di conoscere meglio le radici di un popolo, partendo da molto lontano per arrivare alle storie più vicine, quelle dei “nonni” che hanno potuto raccogliere, in un mondo ancora poco globalizzato, il sapere degli antenati.

Abbiamo organizzato il nostro racconto suddividendolo in tre periodi: le origini e la grande civiltà etrusca, la conquista da parte dei Romani con una nuova organizzazione del territorio, il lungo periodo del medioevo fino all’età moderna, rappresentata soprattutto dalla realtà cittadina (Vetralla). Si è cercato, poi, in questo racconto, di mettere in evidenza soprattutto le dinamiche del popolamento che si possono seguire attraverso le testimonianze archeologiche ancora visibili sul terreno, limitando il più possibile la cronistoria, delegata alle schede dei singoli monumenti e delle aree archeologiche.
Grande attenzione è stata data alla via Cassia/Francigena, alla quale è dedicato un piccolo paragrafo di storia aggiuntiva; questa scelta è dovuta sia all’importanza che questa arteria stradale, di traffico intenso fin dalle origini, ha avuto nello sviluppo economico del territorio vetrallese, sia per il flusso di pellegrini, sempre più numeroso, che la percorre oggi ed ai quali è anche rivolta questa Guida.
All’interno di ogni periodo vi sono gli Itinerari, percorsi, illustrati (Tavole) su una carta I.G.M. e sulla carta Catastale (per l’ambito urbano), che si possono seguire a piedi raggiungendo in macchina il punto di partenza. Le istruzioni per raggiungere i luoghi sono messe in evidenza all’inizio di ogni paragrafo, dove inoltre, un pallino colorato indica la fruibilità del monumento: il pallino verde simboleggia il libero accesso all’area, il pallino arancione esprime l’accesso consentito previo permesso dei proprietari del fondo, il pallino rosso rappresenta l’attuale inaccessibilità.
I numeri (in verde per l’antichità ed in rosso per l’età medievale e moderna) si riferiscono alle presenze archeologiche ancora visibili sul terreno (resti di ville, mausolei, cisterne, pavimentazioni, castelli, chiese e altro), descritte con schede ed evidenziate su sfondo giallino; in città, ovviamente, sono i luoghi ad essere indicati con i diversi monumenti che li caratterizzano. Vi è, infine, sia nel territorio che in città, una parte, evidenziata in azzurro, dedicata ad informazioni aggiuntive (Pillole) che riguardano argomenti diversi, piccole notizie in più, poesie o brani di cultura popolare.
In fondo alla Guida una sezione è dedicata alle Notizie utili con l’elenco dei luoghi di accoglienza e di ristoro.

Riferimenti bibliografici
Nei testi che riguardano i periodi non vi è una bibliografia di riferimento in quanto si rimanda alla Bibliografia generale, mentre nelle schede dei siti vengono citati studi specifici che vanno ad aggiungersi alle notizie ricavate dalle opere di carattere generale.
Le informazioni presentate in questo volume sono spesso frutto di analisi e indagini specifiche condotte in occasione di Tesi di Laurea, di Specializzazione e di Dottorato, svolte presso le Università di Roma-La Sapienza (Facoltà di Architettura e di Lettere e Scienze Umanistiche) e della Tuscia (Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali). Una prima notizia di questi lavori è stata, poi, pubblicata sulla rivista “Studi Vetrallesi”, edita negli anni 1998-2007, dalla casa Editrice Davide Ghaleb. Un ricco patrimonio di conoscenze dovuto anche alla presenza a Vetralla del Museo della Città e del Territorio, ideato da Enrico Guidoni con Elisabetta De Minicis, per conservare, valorizzare e divulgare le specificità culturali di questo territorio.

Cosa dobbiamo sapere
Per gli Itinerari nel territorio:
si ricorda che nel periodo della caccia bisogna avere una particolare attenzione. Il periodo va: dalla terza domenica di settembre al 10 febbraio; dal 1 novembre al 31 gennaio si può svolgere la cacciarella al cinghiale, che può avere tre date anticipate nel mese di ottobre.
I giorni di “silenzio venatorio” sono il martedì e il venerdì.
Di un altro aspetto bisogna tenere conto: spesso le strutture archeologiche si trovano in fondi privati chiusi e non sempre i proprietari sono disposti ad aprire le porte ai visitatori, nella maggior parte dei casi per mancanza di tempo o per motivi di sicurezza. In altri casi può succedere che sia la vegetazione a nascondere i manufatti; la manutenzione delle aree archeologiche è, infatti, uno dei problemi più gravi da risolvere e non solo nel nostro territorio; il periodo di maggiore visibilità è, ahimè, quello che coincide con la caccia, cioè l’inverno, ma se andate prima della “ricrescita”, subito dopo il 10 febbraio e fino alla metà di aprile, potete ancora ammirare i paesaggi più belli.

In città:
bisogna andare per le vie di Vetralla rigorosamente a piedi; imparare a scoprire le belle cose che ancora si nascondono all’interno dell’ambiente cittadino, che non appare immediatamente accogliente, osservando i particolari, di grande bellezza, che caratterizzano le facciate degli importanti palazzi del ’500, ’600 e ’700 che costeggiano la sua via principale (via Cassia interna). La struttura urbana della città  si estende, sul lungo promontorio che la contiene, per almeno un chilometro (se partiamo dalla Villa Canonica fino al borgo Castello) e la piazza del Comune, nello splendore della sua armonia progettuale, non riesce ad assumere quella funzione che solitamente hanno le piazze del centro cittadino, in quanto, in realtà, non si trova al centro dell’abitato, ma piuttosto nel punto di raccolta di uno solo dei “rioni”, della città. Si consiglia, quindi, per non perdere la suggestione dell’ambiente, di seguire i due Itinerari suggeriti, dove si è tenuto conto di questa particolare dispersione della forma urbana, portando il visitatore ad esplorare alcuni angoli della Vetralla medievale, lungo la via Vecchia, ad esempio, che sfocia sulla piazzetta di S. Pietro ed in direzione, allungando il passo, della chiesa di S. Francesco, assolutamente da non perdere, in quanto uno dei più begli esempi dell’architettura romanica nella Tuscia viterbese.