Davide Ghaleb Editore


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Diciotto anni in diciotto metri - Teresa De Leonardis




Introduzione a cura di Elisabetta Ferracci

Come si misura il Tempo? E quanto può essere grande uno Spazio? Il tempo può essere lungo o breve, dipende da come lo si impiega, ed unospazio può essere piccolissimo o immenso in funzione delle cose che racchiude. E l'unità numerica ha solo un valore relativo.
Lo spazio è la cosa più grande perchè abbraccia tutto (Talete) ...ecco, i diciotto metri quadri dell'ufficio di Teresa abbracciano e racchiudono tutti i diciotto anni della sua vita trascorsi ad osservare lo scorrere placido e solo apparentemente sonnolento della vita di una cittadina di provincia, ad interagire con i suoi concittadini, a respirare la stessa aria ed a condividere, giocoforza, pezzetti di umanità... vivere in provincia ha un suo fascino, un privilegio che quelli di città nemmeno se lo sognano, ci si conosce tutti e di tutti sappiamo pregi e difetti...per noi la legge unonovesei è solo una riga gialla disegnata sul pavimento delle banche e della posta...impicciarsi degli altri è un dovere civico...dice Teresa, che a quel dovere non si sottrae sia per lavoro che per diletto.
In quei diciotto anni si snodano le vicende, si svolgono gli incontri e gli abbandoni, le gioie e i dolori, le unioni calcolate e le passioni ardenti, si nasce, si cresce e si invecchia ...sono cresciuta tra quelle mura maggiorenne e matura per altre stagioni...
In quei diciotto metri si muovono i suoi personaggi, quasi un affresco dalle mille sfumature: i vecchietti arzilli e brontoloni, le zitelle irose, le vedove nostalgiche, i bambini vocianti, le madri coraggiose, i tanti/troppi giovani che non diventeranno mai vecchi ...gli avari e i generosi, gli insofferenti e gli intolleranti, gli invidiosi e i ricchi come pochi, gli ignoranti e quelli istruiti, chi ride senza un motivo e chi non ride mai, i maniaci dell'ordine che storcono il naso al gran casino che mi circonda...la mia gente che mi chiede scusa se non capisce, che si impappina quando parla, che mi ringrazia con un fiore strappato dal giardino o con gli ortaggi del suo orto...
E Teresa racconta tutto questo in modo schietto, asciutto, divertente, a volte con sarcasmo, sempre con sentimento, cedendo alla malinconia del ricordo solo per brevi attimi per subito tornare alla tagliente arte dell'ironia.
Il tempo e lo spazio: le due costanti entro le quali storie e persone si rincorrono, si sovrappongono, si confondono dolcemente nella memoria ...i giorni più belli i giorni più tristi le mie fatiche le voci i ricordi le risate i commenti le macchie al soffitto perfino i chiodini infissi nel legno, tutto stipato nel prezioso bagaglio che porto con me in una valigia sei metri per tre
...

Teresa De Leonardis

Fiera delle mie umili origini, posso vantare una discendenza di pura razza bastarda. Pugliese per nascita, campagnanese per adozione. Autodidatta. Svezzata dalle suore e dalla strada, mi sono cibata di un misto di sacro e di profano. Ci cammino in mezzo, senza arruffianarmi né santi né diavoli.
Vivo e lavoro a Campagnano.