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Presentazione di Graziella Lombi


Sono grata alle autrici di questo volume perché hanno voluto affrontare un tema su cui si è scritto e dibattuto molto (la condizione della donna), scrivendo un capitolo nuovo e riguardante alcune figure che hanno lasciato sicuramente un segno, consapevolmente e non, nel libro della comunità di Oriolo. Raccontare con dovizia di particolari, ma soprattutto con rigore scientifico, un percorso nella nostra storia lungo cinque secoli, credo sia stato per le scrittrici anche faticoso, e quindi tanto più a loro va il nostro ringraziamento. Alcune donne narrate nel libro sono per noi figure sconosciute. Altre per la loro storia recente, hanno fatto parte fino ad alcuni anni fa, del nostro quotidiano.
Il libro porta a ­pensare al ruolo che in un periodo particolare, seppure piccolissimo, hanno ricoperto e significato per le vicende oriolesi. Ed allora mi vengono in mente le donne giustamente narrate in questo libro, come Costanza che affiancò Giorgio Santacroce negli anni della fondazione di Oriolo, Maria Maddalena che aiutò le suore Pie Venerine nella loro esperienza formativa ed educativa lunga più di duecento anni, e piuttosto Anna imprenditrice locale, Marisa operaia degli anni 50 nella fabbrica dei Giampieri. Penso a Gemma prima donna sindaco di Oriolo, ed a Angela che per prima partecipa ai concerti della banda musicale. E penso alle tantissime che per vicende familiari o più semplicemente perché legate a condizioni economiche di disagio, hanno affrontato con dignità e pazienza il loro ruolo ed il lavoro spesso duro che ha caratterizzato la loro vita. Protagoniste silenziose e nascoste del loro tempo. I processi culturali si sa in Italia si compiono lentamente e con fatica. La pari opportunità sul luogo di lavoro rimane ancora un sogno per le donne italiane, che sono tra le più discriminate nel mondo. Anche nel contesto famigliare, le donne mantengono spesso un ruolo antico e non considerato interamente. Il percorso di integrazione e di emancipazione pieno e compiuto, è ancora lungo.
Così a queste comuni donne oriolesi protagoniste oggi raccontate insieme alle nobili nel libro, deve andare la riconoscenza di tutti, perché protagoniste protagoniste di un desiderio di riscatto e di emancipazione dalla condizione primitiva, di una legittima aspirazione ad una crescita culturale e sociale, che partendo dal lavoro aveva la giusta presunzione di portarle a ricoprire ruoli e funzioni prima a loro preclusi. Avremo sicuramente modo e tempo per affrontare questi argomenti. Oggi accogliamo con estremo favore e gratitudine questo libro, che ha contribuito a squarciare, o meglio illuminare, un capitolo che va inserito a pieno titolo negli eventi ed avvenimenti della storia di Oriolo.