Studi Vetrallesi, 4
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Editoriale
di Enrico Guidoni

Un territorio da tutelare

L'arrivo in dirittura finale del Piano Regolatore Generale di Vetralla (redatto da B. Cussino e G. Miarelli Mariani, giugno 1999) da molti anni atteso, offre lo spunto ad una serie di considerazioni relative alla gestione del territorio e alle prospettive di tutela e di sviluppo. Il Piano - una specie di Ufo che non tiene conto né degli studi né dei programmi di valorizzazione culturale dell'ultimo decennio (ad esempio delle iniziative promosse dal Museo fin dal 1992, della Carta del Centro Storico del 1996, ecc..) - appare un prodotto di routine, senza qualità e senza programma, destinato in gran parte a consentire la prosecuzione di una gestione estemporanea e casuale degli interventi. Alcune proposte e alcune omissioni appaiono però pericolose, e abbiamo il dovere di segnalarle. Fa parte dei "Capisaldi" del Piano un obiettivo superato, se si pensa alle recenti tendenze maturate in campo europeo: si vuole " tendere ad unificare i numerosi ed ormai rilevanti centri che insistono sul territorio comunale così da costituire un unico organismo urbano ", e, nello specifico, favorire una sorta di "fusione" tra Vetralla e Cura assecondando le naturali tendenze al riempimento di quegli spazi verdi, paesaggisticamente gradevoli, che oggi dividono ancora i due centri. A parte il fatto che la fusione verrebbe ad avere come proprio centro il Cimitero, va riconosciuto che ogni prospettiva di sviluppo deve ormai fondersi sulla diversità, complementarietà, identità storica e culturale e ambientale del Centro Storico e delle frazioni (Vetralla, Cura, Mazzocchio, Botte, Tre Croci, ecc..) e non sulla loro omologazione come semplice aggregato di strade, case e servizi. Completamente ignorata, nel Piano, è la problematica del Centro Storico (che viene addirittura privato, nella perimetrazione, di un'area interna alle mura) e sacrificata anche la componente archeologica (ignorata Forum Cassii e ridotte le testimonianze sparse a puro strumento vincolistico).
Tralasciando i dettagli segnaliamo come un vero e proprio attentato al paesaggio la localizzazione di non meglio specificati "Servizi generali per l'istruzione" a Pian delle Crete, di fronte alla Via dei Pilari e in luogo da conservare in rapporto diretto con la veduta del Centro Storico, ancora non deturpata, dal lato occidentale. A questo proposito, il Museo in collaborazione con Vetralla città d'arte - l'Associazione che compie un anno di vita e che ha un ruolo crescente nella cultura vetrallese - ha intenzione di proporre la realizzazione di un Parco Suburbano al fine di tutelare nella sua interezza, dalla Villa Comunale all'Ave Maria, l'ambiente vallivo Setano-Valle Caiana, risorsa paesaggistica di valore primario da valorizzare.
Nel campo dei beni culturali i segnali trasmessi con i fatti dall'Amministrazione pubblica sono prevalentemente di segno negativo. La vicenda più grave è sempre quella di S.Maria di Foro Cassio, finalmente acquisita - si direbbe a furor di popolo - dal Comune ma ancora lasciata irresponsabilmente nel più totale degrado, priva di efficace recinzione e quindi aperta ad ogni ulteriore spoliazione. In queste condizioni parlare di restauro o di recupero non ha senso in quanto è facile prevedere una totale manomissione del prezioso monumento e quindi, anche nel caso che possa venire "rifatto", la perdita di quella autenticità che fino a pochi anni orsono era possibile salvare. Una parte perfettamente conservata dell'abside romanica della chiesa di S. Francesco è stata cementata e il piccolo locale di proprietà del Comune, all'interno del quale era visibile, deturpato e invaso da una scala. Infine, contro ogni diverso parere e contro ogni logica di rispetto per i valori storico-ambientali il Comune ha voluto aprire la nuova Via di porta Marchetta, eliminando la gradonata in pietra e rompendo lo spigolo dell'antico edificio che ospita il Museo della città e del territorio. Speriamo che questo non rappresenti un minaccioso avvertimento a chi si preoccupa della tutela e della valorizzazione del patrimonio storico e paesaggistico vetrallese; si auspica comunque che la strada resti pedonale.
Per concludere, è d'obbligo una nota positiva: è tornata nella Collegiata di S. Andrea, perfettamente restaurata, la cosiddetta "Madonna Bizantina", splendida tavola bifronte con pregevole cornice scolpita tardorinascimentale. E' un'opera d'arte complessa e meritevole di nuovi studi, ma è anche l'icona che - come quelle più o meno coeve di Capranica, Sutri, Civita Castellana, ecc.. - sancisce l'importanza e il prestigio di Vetralla tardo-medievale.