Il Ciuco
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Il tempo dei giornalini di classe sembra finito. Nacque in Italia quando si studiarono le tecniche Freneit che avevano al centro la tipografia scolastica con la quale stampare i testi dei bambini e diffonderli.
Fu spazzato via il tema scritto per i maestri soltanto e per il loro professionismo correttivo, e fu data agli scolari una motivazione forte allo scrivere.
Dobbiamo leggere questo libro come un reperto archeologico? Se rileggete le due citazioni in esergo, troverete la risposta da soli. Quindi a voi questi compiti per casa: scoprire segreti, versi d’amore, tagliole, trappole.
Si spera che rimaniate invischiati.
F.N.

Felice Norcia è diventato maestro per caso.
Dopo la guerra, il diploma più rapido era quello di insegnante elementare.
Ottenne l'abilitazione all'insegnamento non conoscendo quanti e quali fossero i metodi per insegnare a “leggere, scrivere e far di conto”. Unico modello, la sua stessa maestra.
Andò avanti con dettato-tema-problema-sette re di Roma-Piemonte ai piedi del monte.
Ma non riusciva a sopportare che il 6 nel 2 non ci stava, anche se il 2 era al posto delle migliaia. Così il disagio dei primi anni assunse l'aspetto dell'insofferenza.
Cominciò a cercare.
Trovò le tecniche Freinet, per la pubblicazione dei testi dei bambini.
Più tardi si imbattè nelle ricerche di Dienes, nel campo della didattica della matematica, superbamente divulgate da Alceo Selvi e Delia Brozzi.
Suoi maestri divennero Bruno Ciari, Mario Lodi, Dina Bertoni Jovine, Lucio Lombardo Radice, Don Lorenzo Milani e per la poesia Kenneth Kock, le riviste “Cooperazione Educativa” e “Riforma della Scuola”.
Molto imparò, questo maestro, e lasciò l'insegnamento convinto di essere arrivato solo a mezza strada.
Quando gli dicono:- Perché non scrivi le tue esperienze, perché non racconti agli altri dei giornalini scolastici, delle tecniche per renderli così belli? Perché non ti muovi, una buona volta, per aiutare gli altri insegnanti?
Lui rimanda ai suoi maestri e risponde:
No, non mi muovo, non ho ricette da dare.