LA SCRITTURA DI VIAGGIO DI MARIANNA DIONIGI

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Il mio nuovo libro.
Quattro anni di lavoro.
La mia appassionata tesi di dottorato in letteratura di viaggio all'Unitus.
Approfondita e arricchita.
Chi mi conosce troverà qualche sorpresa.
Italia napoleonica, anzitutto.
Ciociaria invece di Tuscia.
Pelasgi al posto degli Etruschi.
Un testo che è un crocevia interdisciplinare.
Tema principale l'archeologia preromana.
Ma anche tanta tanta pittura di paesaggio.
E soprattutto: infinite-intriganti “bagattelle” odeporiche e letterarie...


Venerdì 20 aprile, ore 17.00

Biancovolta – spazio Arci

via delle Piagge 23, VITERBO

PRESENTAZIONE DEL NUOVO LIBRO DI

Antonello Ricci

LA SCRITTURA DI VIAGGIO

DI MARIANNA DIONIGI

Una archeologa e pittrice di paesaggio

Dai salotti della Roma napoleonica alle città della Ciociaria

Prefazione di Vincenzo De Caprio

Con un contributo storico-artistico di Daniele Baldassarre

Viterbo, Sette Città 2011 (240 pp. - 10 illustrazioni b/n)

Alfio Cortonesi dialogherà con l'autore


Il libro verrà presentato anche sabato 5 maggio ad Alatri

Alcuni brani dalla Prefazione di  Vincenzo De Caprio (pp. IX-XXI):

Fino a qualche anno fa la romana Marianna Candidi Dionigi
(1757-1826), al cui attivo erano riconosciuti soprattutto alcuni dipinti
di paesaggio e un libro di viaggio, era un personaggio pressoché sconosciuto
al di fuori di una cerchia molto, ma davvero molto ristretta
di specialisti. Invece (e non solo nella Roma fra la seconda metà del
Settecento e il primo Ottocento, dal momento che alta era la frequentazione
anche internazionale del suo celebre salotto) la Dionigi era
stata una figura parecchio nota come antiquaria, ma soprattutto come
pittrice di bei quadri, come autrice di un trattatello sulla pittura di
paesaggio e come autrice di un libro di viaggio nella Ciociaria che ancora
oggi appare affascinante, uno fra i più bei libri di viaggio in Italia
scritti in italiano nel primissimo Ottocento: Viaggi in alcune città del
Lazio che diconsi fondate dal re Saturno
. E basterebbe solo questo testo
per attestare la rarità e l’importanza dell’opera della Dionigi. Si pensi
che a tutt’oggi i testi odeporici relativi a Roma e al Lazio scritti da
donne fra il 1800 e il 1920 risultano essere soltanto quattro. E che di
essi soltanto uno, appunto quello della Dionigi, appartiene alla prima
metà dell’Ottocento. Per più di mezzo secolo la Dionigi non ha avuto
emuli (...)
Come mette giustamente in evidenza questo libro di Antonello
Ricci, dopo la morte di Marianna Dionigi si sviluppò intorno al personaggio
una sorta di agiografia ripetitiva che è stata l’anticamera
del disinteresse successivo. Certamente nell’Ottocento e nel Novecento
non sono mancati, su aspetti particolari della sua attività, degli
studi anche di rilevante importanza (ricordo l’edizione dei Viaggi
curata da Attilio Brilli; le pagine di Valentino Martinelli dedicate
alla sua pittura di paesaggio) ma sono rimasti interventi episodici,
isolati, come mostra con chiarezza l’accuratissima bibliografia messa
a punto da Ricci (...)
Nella direzione di una ricostruzione della trama intellettuale e
di gusti che unifica le diverse attività della Dionigi si è mosso un
convegno di studi tenutosi l’otto giugno 2011 presso l’Istituto Nazionale
di Studi Romani intitolato a Marianna Candidi Dionigi paesaggista
e viaggiatrice. Convegno i cui Atti sono attualmente in corso
di stampa. E in questa stessa direzione va questo libro di Antonello
Ricci, sebbene esso potrebbe sembrare concentrato sulla sua scrittura
odeporica, anche perché nato da una tesi di dottorato in Storia e
cultura dell’odeporica
di cui ho avuto il piacere di essere il tutor. Senza
dubbio il libro di Ricci offre, raggruppato intorno all’odeporica,
il primo, pregevole contributo capace di ricostruire e restituire un
profilo d’assieme di questo complesso ed anche contraddittorio personaggio:
dall’approfondita indagine critico-biografica all’analisi dei
Precetti, a quella degli apparati figurativi, fino all’esame dei complessi
problemi posti dai Viaggi; problemi che il libro analizza con acume
e rigore di metodi e che in molti casi è esso a definire per la prima
volta e proporre all’attenzione critica (...)
Come ben mostra il libro di Ricci, la scrittura in quest’opera
supera il modello settecentesco ed illuministico di racconto del
viaggio. Essa infatti ha un carattere fortemente soggettivo ed anche
sentimentale: la viaggiatrice presenta se stessa non solo come spettatrice
ma anche come parte integrante della scena narrata, ponendosi
in prima persona come centro di sensazioni e sorgente di emozioni
di fronte all’ambiente. In questa soggettività del racconto, in questo
esporre il proprio stato emotivo e in questo analizzare la propria
inter-reazione con la realtà visitata, Marianna Dionigi rivela una infrazione
al codice settecentesco dell’impersonalità e dell’imperturbabilità
che a questa altezza cronologica è sorprendente in un testo
odeporico italiano; testo che per giunta vuole essere il resoconto di
un’indagine scientifico-antiquaria.