Cara zia,
mi dicesti che un giorno ti sarebbe piaciuto pubblicare un libro e se l’avresti fatto sarebbe avvenuto con il mio aiuto.
Eccolo qua! Ci siamo riusciti.
Hai realizzato il tuo sogno. Tu sapevi che non ti avrei dimenticato, che non avrei lasciato questi fogli in fondo a un cassetto.
La scrittura era, per te, una missione, era l’arma per combattere la tua malattia, che inesorabilmente, silenziosa, ti rubava giorno dopo giorno.
Cara zia, nell’assemblare questo libro c’è stata, costantemente, la tua presenza; la tua voce ha sussurrato ogni giorno, la stessa voce che in passato ha trasmesso al mio cuore amore e saggezza e mi ha insegnato ad amare gli altri.
Tu, zia, sei stata un faro, il faro che di notte, nel navigare, guidava la nave. E sei stata anche il vento, il vento che di giorno soffiava tra le vele spiegate.
Infine hai portato questa nave in porto.
Il tuo pensiero resta oltre il tempo,
un abbraccio nel buio,
carezza vellutata.
Sentirti nel buio, in punta di piedi,
entri nei miei sogni,
e trovarti in altri luoghi.
Viaggiare e scappare dal dolore,
scrivere la tua passione, il tuo sogno
era questo.
Scrivere per volare via
oltre il tempo.
(Caterina Prescoiutt)i
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