IL LIBRO DELLE PASSEGGIATE- Antonello Ricci

HOME COLLANE EVENTI PRODUZIONI MUSEO
LIBRI ON-LINE FILMATI NOVITÀ CONTATTI




Presentazione del libro

IL LIBRO DELLE PASSEGGIATE 2013

e altri paesaggi narrati «surplace»

storie e cantastorie, raccontare i territori:
paesaggi come patrimoni

Antonello Ricci ne parlerà con Riccardo Valentini (capogruppo Consiglio Regionale Lazio)

Giovedì 8 maggio 2014 ore 17.30

INCUBATORE ICULT BIC LAZIO
Via Faul, 20/22
Viterbo

Introdurrà Giulio Curti
condurrà la presentazione
Carlo Galeotti (Tusciaweb)

Evento realizzato in collaborazione con
Regione Lazio
Bic Lazio




Si presenterà giovedì 8 maggio 2014 il libro "Le Passeggiate2014" di Antonello Ricci, presso l'Incubatore ICult BIC Lazio, in via Faul, 20/22 Viterbo.
La presentazione realizzata in collaborazione con BIC Lazio e Regione Lazio, verrà introdotta da Giulio Curti e ne parleranno l'autore Antonello Ricci e Riccardo Valentini, Consigliere Capogruppo alla Regione Lazio.
Saranno presenti Carlo Maria Ponzi, che ha curato la prefazione e l'editore del libro, Davide Ghaleb, nonché autore delle fotografie.

Dalla Prefazione di Carlo Maria Ponzi:
Andare a spasso nella Tuscia viterbese. E imbattersi per via in Ludovico Ariosto, Giuseppe Gioacchino Belli, Annibal Caro, Charles Dickens, Vincenzo Cardarelli, Giovan Battista Casti, Dante, Francesco d’Assisi, Mario Luzi, Pier Paolo Pasolini, Luigi Pirandello, Francesco Petrarca, Mario Praz, Alberto Sordi, Bonaventura Tecchi, Totò, Orson Welles, Andrea Zanzotto etc., nonché in una manciata di nativi che rispondono ai nomi di Domenico Birelli, Spartaco Compagnucci, Ireneo Melaragni, Nello Marignoli, Pietro Rossi, Carlo Vincenti e tanti altri.
Non si contano i protagonisti delle passeggiate-racconto, inventate “sul principio del Duemila” da Antonello Ricci. Capace di riunificare sulla sua minuta figura di aligero folletto, da un lato i ferri del mestiere dell’italianista, del docente di Lettere e Storia, dello studioso di Odeporica e di Antropologia, dello scrittore e poeta; dall’altro, la naturale linfa dell’affabulatore che fa il paio con l’ispirata pulsione all’istrionismo che di volta lo fa trasfigurare in menestrello, giullare, cantastorie, performer, fine dicitore, incantatore.
I testi qui raccolti non sono altro che i canovacci che Ricci ha utilizzato nel corso del 2013 per condurre numerose camminate nella Città dei Papi e in altri borghi dell’Alto Lazio. Deambulazioni – ma sarebbe meglio definirle esplorazioni nella storia e nella natura - punteggiate dalle improvvise e stupefacenti epifanie di scrittori, poeti, attori, registi etc. che hanno legato la loro presenza e la loro opera agli spazi urbani e rurali ricompresi nei confini del Patrimonio di San Pietro in Tuscia, attingendo a piene mani al genius loci di una terra antica, dove è facile perdersi in vie e piazze che ancora odorano di Medioevo ovvero, per dirla con Pier Paolo Pasolini, immergersi nei paesaggi più belli del mondo, “dove l’Ariosto/ sarebbe impazzito di gioia nel vedersi ricreato con tanta/ innocenza di querce, colli, acque e botri...”.


Dalla nota d'autore:
Può il catalogo di un editore essere squinternato, ripercorso e interrogato quasi fosse un cabreo dei possibili itinerari materialmente concepibili nel territorio e nei paesaggi cui l’editore stesso consacra, ormai da vent’anni, le sue principali energie di ricerca e d’impresa? Proprio a partire da tale eccentrica premessa/scommessa, con Davide Ghaleb abbiamo ideato e realizzato, nel corso del 2013, un primo (appassionato e divertente) ciclo di passeggiate/racconto dal titolo: Le passeggiate del santo editore. Cui sta già tenendo dietro, nel 2014, un secondo ciclo nuovo-nuovo di zecca.
In questo libro il lettore ritroverà, ordinati cronologicamente, i comunicati che hanno accompagnato e promosso tale iniziativa. Si tratta ovviamente di scritti d’occasione. Testi per il divertimento dell’ora. Per certi versi fatui – voglio dire – destinati all’oblio. Ma inattesamente, a leggerli così, tutti insieme, uno dopo l’altro, uno accanto all’altro (specie quelli accompagnati dalle splendide foto rubate in diretta dallo stesso Ghaleb), essi rivelano una misteriosa compattezza: trascendendo infatti il caleidoscopico particulare degli appuntamenti, essi paiono alludere a un discorso altro. Pur consacrato ognuno alla singola “cerimonia” itinerante, il florilegio di questi testi ambisce a portare in scena una più alta idea di paesaggio quale fascinosa concrezione di luoghi uomini vite racconti. Il paesaggio come geologia di un territorio e suo racconto. La parola in cammino come frugatoio sensibile per una speleologia dell’immaginario locale (e non solo).


Le passeggiate/racconto. Per saperne di più: 
Nate sul principio dei Duemila in stretta collaborazione con l’artista Ireneo Melaragni, le passeggiate/racconto sono una forma particolare di teatro-reading-narrazione itinerante in compagnia dei grandi autori e viaggiatori del passato (da Petrarca a Calvino, da Stevenson a Boccaccio), delle più belle pagine degli storici e dei cronisti delle comunità locali, di leggende popolari e di storie di vita e di lavoro. Sperimentate inizialmente attraverso i paesaggi della Maremma laziale (fra le rovine di Castro e lungo i sentieri della Selva del Lamone), esse hanno poi centrato il compasso degli itinerari verso i Monti Cimini (ai piedi della Torre Pasolini presso Chia e nella Soriano delle villeggiature di Pirandello) fino alla definitiva consacrazione di pubblico riscossa con la protesta “sorridente” che avrebbe portato alla istituzione per Legge Regionale del Parco suburbano dell’Arcionello (Viterbo 2008). Esplorate e perfezionate nel loro canovaccio performativo in mille avventure, gomito a gomito con Alfonso Prota, le passeggiate/racconto sono state sperimentate con successo nella loro gran varietà di itinerari per strade e piazze del capoluogo della Tuscia nonché per decine di comunità e paesaggi suburbani e rurali di tutto il viterbese. Fortemente legate al concetto di «aura del luogo», le passeggiate/racconto riportano le parole a risuonare nei luoghi che le ispirarono. Per provare a rievocare, proprio attraverso l’incantagione della parola detta ad alta voce, il genius loci di un territorio, l’identità di un campanile. Esse rappresentano insomma un coinvolgente esempio di animazione culturale e di pedagogia popolare e, al tempo stesso, formula d’avanguardia per un turismo a misura d’uomo.