ANNIBAL CARO - Le passeggiate del santo editore
a cura di Antonello Ricci

 
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Immagini effettuate durante passeggiata Vetralla nella poesia. Annibal Caro e gli altri. 9-6-2013 (foto D.Ghaleb)
Quale posto dovrà toccare in sorte, in una storia e in una geografia minori della letteratura italiana, a un piccolo borgo dell'Alto Lazio, se un poeta fra i più significativi del nostro Cinquecento, Annibal Caro, gli consacrava certi sonetti polemici giocando sia con l'immagine della forma urbana (ad ampolla) che con l'assonanza tra il toponimo (Vetralla) e il nome del suo più fiero avversario del momento, in poesia e in politica, quel Lodovico Castelvetro (vetro, appunto,nomen omen) il quale proprio a Vetralla, in quegli stessi anni, contava sostenitori e protezioni?
Lo scopriremo passeggiando/raccon- 
tando/recitando brani dai sonetti “vetrallesi” e dalle lettere del Caro per vicoli e piazzette del centro storico.
Ma prima, nella piazzetta di Sant'Egidio, sulla scorta della preziosa antologia curata dieci anni or sono da Enrico Guidoni per i tipi di Davide Ghaleb editore, daremo voce a Vetralla nella poesia:
ascolteremo declamare e (perché no?) cantare oltre un secolo di immagini di Vetralla e del suo popolo nei versi dei suoi poeti d'occasione: da quelli tardo-carducciani del colto storico locale Andrea Scriattoli fino ai sapidi endecasillabi in ottave dei poeti a braccio.