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Esotici Eclettismi

di Roberto Cristini

 

"Presentazione del libro "
GIOVEDÌ 4 OTTOBRE 2007, ORE 17


Roma
Sede della Fondazione Marco Besso
Largo di Torre Argentina,11

interverranno:

Gianludovico Masetti Zannini
Americo Buranelli
Angelo Tuccillo
Claudio Paolinelli

 

 

 

 

Verrà presentato a Roma, giovedì 4 ottobre alle ore 17 presso, la Fondazione Marco Besso, Largo di Torre Argentina 11, il volume di Roberto Cristini Esotici Eclettismi, pubblicato dall'editore Davide Ghaleb.
Interverrano alla giornata di presentazione il Prof Gian Ludovico Masetti Zannini storico della società romana e del Gruppo dei Romanisti, Americo Buranelli, Angelo Tuccillo e Claudio Paolinelli incaricato della Cattedra di Storia della Ceramica presso l’Universita degli Studi di Urbino.
Il lavoro è il frutto di una ricognizione storico-artistica intorno ad uno dei periodi meno conosciuti della cultura della ceramica italiana del secondo Ottocento.
Attraverso le opere di valenti ceramisti romani come Guglielmo Castellani, Torquato Castellani, Pio Fabri, Camillo Novelli, ecc. l’autore Roberto Cristini, contribuisce con questo lavoro, a mettere a fuoco questo periodo poco noto arricchendo con personali ricerche i lavori già svolti da importanti studiosi quali Quesada, Irene de Guttry e Maria Paola Maiano
Il volume è arricchito da una ricca sezione documentaria con foto d’archivio per buona parte inedite, un’appendice dedicata ai marchi di fabbrica e alle firme autografe degli artisti, con particolare riferimento alla localizzazione topografica delle fabbriche e dei laboratori artigianali di ceramica artistica operanti nella Capitale nel periodo compreso fra il 1870 e il 1911.
Il volume è stato reso possibile grazie al contributo di Giorgio e Roberto Ricci Saraceni eredi di antiche e operose famiglie romane (Pio Fabri, Emma Fabri, Guglielmo e Torquato Castellani).

Da quando, agli inizi degli anni Ottanta, Mario Quesada, Maria Paola Maino e Irene de Guttry, diedero l’avvio alle ricerche sulla cultura ceramica del Novecento, con particolare riferimento alla scena romana, l’interesse verso questo settore delle arti decorative si è andato progressivamente diffondendo, tanto da stimolare l’attività di ricerca di moltissimi studiosi ed alimentare il mercato del collezionismo privato. E’ bene ricordare che la ceramica d’arte di area romana e laziale ha origini antichissime: esse risalgono al periodo medioevale per svilupparsi compiutamente nel corso dei secoli successivi; in modo particolare tra il XVI e il XIX secolo. L’incremento di questo settore dell’artigianato ebbe modo di prosperare grazie al decisivo contributo dei numerosi ceramisti che confluirono nella Città dei Papi, essi provenivano dai grandi centri ceramici di Faenza, Urbino, Deruta e Gubbio.
Dopo un periodo di stasi, alla vigilia dell’annessione di Roma al Regno d’Italia, assistiamo ad un ritorno deciso all’attività ceramica. In città operavano da diverso tempo piccole botteghe artigiane con annesse fornaci. La maggior parte di queste si trovava nei rioni popolari del Trastevere e di Monti. Queste officine, seppur specializzate nella produzione di stoviglie d’uso comune e di materiale per l’edilizia, non disdegnavano la realizzazione della maiolica artistica. Tra le più attive ed organizzate ricordiamo le fabbriche di Ferdinando ed Attilio Giovannucci, quella di Ignazio Lefevre e quella di Pietro e Vincenzo Borzelli, queste ultime due situate in prossimità di via dei Vascellari. Alla loro esperienza lavorativa facevano sicuro affidamento le nuove generazioni di artisti che con coraggio si cimentavano nell’opera di rinnovamento della maiolica artistica ottocentesca, di stampo eclettico e storicistico. Adriano Ferraresi, Costantino Tanfani, Torquato e Guglielmo Castellani, Pio Fabri, Camillo Novelli, Mariano Cerasoli, sono solo alcune fra le numerose personalità di artisti/artigiani che, con maggiore risolutezza e talento artistico, si adoperano nel tentativo  di “modernizzare” il linguaggio espressivo delle arti decorative. Nel procedere verso questo obiettivo, gli artisti tentarono di coniugare la tradizione del classicismo italiano all’esotismo; il fascino dell’Oriente alle nuove teorie estetiche promosse e divulgate dalle Arts&Crafts britanniche.
A questi “figli di un dio minore”, alla loro opera, poco conosciuta e per certi versi contraddittoria, ho voluto dedicare questo  saggio. Un contributo modesto il mio, operato nel tentativo di mantenere viva e stimolante la memoria storica; proprio oggi, nell’epoca del relativismo e della globalizzazione, dove spesso le diversità e le peculiarità tendono ad essere  interpretate  e vissute nel clima di un diffuso scetticismo.

cccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccRoberto Cristini