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"La città è spoglia nella sera d'aprile: del suo celeste   ardore, secca e lontana, palpita dove il tempo la ha lasciata sulla maremma dei   morti. E le sue case grigie, sbrecciate, dai ballatoi e dai balconi di legno,   anneriscono come in montagna, finiscono in solitudine. Viterbo nella sera   d'aprile ha la sua Rosa addormentata sotto l'oro delle preghiere." (Alfonso   Gatto)  |