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   Associazione Culturale Percorsi  (Circolo ARCI) in collaborazione con con il contributo di e Provincia di Viterbo, Assessorato Cultura con il patrocinio delle Amministrazioni Comunali di: Tuscania, Vejano, Vetralla presenta LA BANCA DEL RACCONTO  La restituzione dei Racconti sul  Territorio  a Tuscania e Vejano TUSCANIA “Porgete orecchio egregi miei  uditori. VEJANO  “5 giugno 1944: Ingresso libero. Alla fine degli incontri verrà offerta una merenda conviviale Info ASSOCIAZIONE  CULTURALE PERCORSI (Circolo ARCI)  LA BANCA DEL RACCONTO SOSTIENE LA GIORNATA NAZIONALE DELLA RETE ITALIANA DI CULTURA POPOLARE LA BANCA DEL RACCONTO La Banca del Racconto è un progetto ideato e curato da Alfonso  Prota e Antonello Ricci, con il contributo dell’Associazione Culturale  Percorsi (Circolo ARCI) ed in collaborazione con la Soc. Coop S.T.A.F.  ar.l. di Viterbo.   Dopo il successo del primo appuntamento a Vetralla, presso il Museo della Città e del Territorio, la “Banca del Racconto” approda a Tuscania e a Vejano. A Tuscania venerdì 17 dicembre alle ore 16.30, sarà ospite del Centro Anziani di via Marconi 2 con un incontro sulle memorie del terremoto del 1971 e il 18 dicembre alle 17.00 a Vejano sempre presso il Centro Anziani in via della Repubblica sui ricordi dei bombardamenti del 5 giugno 1944. A Tuscania il trauma è recente. Una catastrofe voluta da madre-Natura-matrigna. Il  terremoto. Nel 1971, il 6 febbraio, giorno di carnevale. L'Italia di un  Dopostoria consumista e omologato già volto sul baratro della Prima Recessione  post-Boom economico. Immagine-simbolo: lo splendido rosone di San Pietro  miseramente precipitato a terra (quel rosone immortalato dall'obiettivo di Pier  Paolo Pasolini in Uccellacci e uccellini appena  6 anni prima, con Totò frate Ciccillo e frate Ninetto Davoli francescanamente  danzanti sul sagrato, intenti a convertire passeri). Ma anche e soprattutto: il  centro storico in macerie. Disperazione e morti. E tutto quel che ne seguì: una  comunità deportata d'urgenza in periferie tirate su in fretta e furia; uno  splendido centro storico-monumentale deserto per anni (decenni?). Che cosa  resta? A Vejano per rivivere il trauma del passaggio del fronte di guerra nel cuore della  Tuscia. Era il 1944. La guerra come la ricordano coloro che la vissero e  subirono. Uomini e donne che oggi hanno ottanta anni e più. Ma in quei giorni,  terribili e meravigliosi, erano ariosi farfarelli senza età. Picari gettati  nell'avventura della vita. I cui sguardi poterono snudare e trafiggere le più  crude verità della vita e della morte. Così che, davanti a un registratore  acceso, sotto una grandine di bombe enormi e luccicanti, sotto le raffiche dei  mitragliamenti, in mezzo a cadaveri sfigurati, sanguinolenti e putrefatti, in mezzo  alle rovine fumanti dei loro amati paesi rasi al suolo (mezzo sepolti dalle  macerie morali di un Paese sciaguratamente precipitato nell'orrore) ecco farsi  largo inattesi stupori e meraviglie, sorrisi e risate, fiabeschi paradossi e  beffe boccaccesche. Pietà. Tenerezza. Perché: dove maggiore è il pericolo,  proprio lì cresce la salvezza. Perché la vita non si arrende. E sempre  ricomincia. Per informazioni potete telefonare ai numeri 393.9211339 e 0761.329478 o visitare il sito www.bandadelracconto.it e http://arciviterbo.blogspot.com/ UFFICIO STAMPA  |