MIMMY DEI BRIVIDI - Gabriella Belisario
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Presentazione
di Anna Maria Turi


Poche pagine di ricordi hanno del prodigioso come quelle scritte da Gabriella Belisario, che rievoca con stupefacente capacità descrittiva non solo la figura che è stata l'architrave della complessa struttura della sua grande famiglia, la nonna materna; ma anche le figure dei singoli componenti, tanto da parte di madre che da parte di padre – genealogia dei Baciucchi (Baciocchi) e Barberini, per un verso, e Belisario, per l’altro verso; nell'insieme, una costellazione che, dopo aver fluttuato nei cieli dell'universo mondo, si è ancorata nel cielo di Roma e della Città Eterna ha respirato l’aria magica degli anni del Novecento, quando i quartieri erano veraci, gli ateliers eleganti e il popolo amava parlare, ascoltare, sognare.
Quanto alla matriarca dalla chioma azzurrina, le dita inanellate e la personalità a tutto tondo ma inquietante, se non addirittura agghiacciante, una donna bellissima, elegantissima e prepotentissima, fondendo il sangue còrso dei Baciucchi con quello romano dei Barberini, destinato a mescolarsi attraverso le figlie con quello un po’ esotico e misterioso dei Belisario, venuti dall’Anatolia o dall’Armenia –donde una progenie fenomenologicamente interessantissima– la matriarca, poi, fu nello spirito, nei piaceri, nell'eloquio vivace e pittoresco, completamente “romana de Roma”, vale a dire un po’ aristocratica, un po’ popolana, un po’ papalina, un po’ consapevole di essere superiore a tutto e a tutti, e lo fu con ostentata superbia.
Nel grande affresco dove non sai se tutto è realtà vera, o immaginazione veridica, tanto impareggiabile è il suo fascino, stupisce altresì che ogni persona o personaggio appaia come circonfuso da aureola e messo su un piedistallo e al tempo stesso impietosamente vivisezionato. Così, oltre la nonna Mimmy, alla quale non si risparmia alcuna sottolineatura per quanto riguarda tanto le qualità quanto i difetti, anche zii e zie e un nugolo di individui al seguito sono resi oggetto di un occhio che è, sì, innamorato e però anche freddo scrutatore di ogni dettaglio scientificamente degno di nota. E, a registrare il tutto, c’è una memoria ferrea che fissa le cose per sempre, quasi per l’eternità. Tutti i modelli di scarpe indossati dal nonno Romolo Barberini sono evocati da questa memoria potente che degli anni trascorsi non ha smarrito, nel tempo, neppure una virgola. Della valigia di nonna Mimmy, allestita per la villeggiatura a Riccione e a San Polo dei Cavalieri, le decine di capi di vestiario sono minuziosamente descritti nella loro posizione di temporanea conservazione, in tutte le loro ripiegature e imbottiture di carta velina, perché non risultino acciaccati dal trasporto e, nel ricordo, dal tempo.
E ad amalgamare i due atteggiamenti della scrittrice, quello amorevole e quello distaccato, è la sua debordante, connaturata verve ironico-umoristica che intride in maniera molto personale la narrazione, creando una cifra stilistica originale che rende la lettura estremamente piacevole.
Gabriella Belisario è, oltre che scrittrice, una biologa che da tempo si occupa di importanti ricerche sulle acque e questo suo versante scientifico, che si colloca accanto a quello umanistico, spiega il suo spirito di osservazione, il disincanto, oltre l'incanto, nei confronti dell'essere vivente portato sul tavolo del suo laboratorio.
Dunque, interesse, curiosità. Ma, a parer mio, soprattutto passione per tutto ciò che la vita presenta e per tutte le possibilità che essa offre, anche quelle di buttarcisi dentro a capofitto – cosa che, come ogni ricercatore che si rispetti, puntualmente l'Autrice ha fatto e fa. La vita è l’unico vero grande amore di Gabriella. E la sovrabbondanza, che è caratteristica della sua esistenza e della sua creatività, è legge anche del suo ricordare e del suo scrivere. Come la stessa richiesta di complicità altrui e la sfida a superare i luoghi comuni, a infrangere i divieti, ad abbattere i tabù: questa un’altra nota della personalità di Gabriella, come io personalmente la conosco da più di trent’anni e come tanti, nella vasta rete dei suoi rapporti professionali e amicali, la conoscono e, proprio per questo, l’amano.
Per cui opportuna è la raccomandazione: leggete e gustate adagio queste pagine per non esserne rapiti e travolti.