Vado via oltre il tempo - Maria Antonietta Pasqualetti
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Presentazione di Maria Antonietta Pasqualetti

“Quando il vento inonda la mia mente spazzando via mille ansie, mille ricordi, rincorrendo barriere multiple spostando onde ed infrangendo tutto lo scibile, lo frantuma e lo ricostruisce come si fa con le tessere dei puzzle. Le miriadi di tessere con cui ricostruire il tutto ed avere davanti agli occhi la forma completa.
Io sono, io costruisco e demolisco riducendo in tessere tutto ciò che la mia mente non vuole vedere e mi ritrovo in alto mare sopra onde gigantesche da cavalcare nello spazio infinito del tempo che mai è stato e mai sarà. Tutto è forma e prende forma. Io sogno, ma il mio essere si deforma nell'immaginario di un mondo che vorrei esistesse. Esisterà, forse, in un tempo che non conosco e che non ho vissuto, ma per ora non c'è, ed io sono presente pur assente nel contempo, un’ immagine di chi? Chi mi sta sognando e mi sta facendo vivere mentre scrivo e dalle pagine ingiallite di un libro vecchio di tanti millenni io ritrovo la mia esistenza passiva e sbiadita. Cosa sarò quando smetterò di esistere ed esalerò l'ultimo respiro? Priva del corpo, dove andrò? Quali viaggi mi aspettano e quali orizzonti mi si apriranno davanti agli occhi? Saranno orizzonti tangibili o soltanto eterei spazi in cui perdersi e ritrovarsi mille e mille o non più? Questa spirale straordinaria che ci assorbe nei momenti incontrastati dell'inesorabile trascorrere del tempo. Incessante ticchettio di un orologio che non necessita di essere caricato e che gli uomini non comandano, non condizionano. È il tempo che condiziona gli uomini. Il tempo che trascorre e rende l'uomo impotente ridimensionandone la sua alterigia. Le sue opere restano imponenti raccontano il passato, le civiltà di cui sono espressione. Monumenti antichi che tengono nascosta nelle loro viscere la voce del passato. Da queste colline guardo l'orizzonte lontano e la poesia “l'infinito” di Leopardi mi scorre davanti agli occhi come se la stessi leggendo. Il vento provoca il movimento tra queste rovine: l'unico. Sembra dire: “Tempo fa qui c'era la vita, un intenso brulicare su queste rocce. Un vociare tra gli echi di queste rupi.”