Davide Ghaleb Editore
Studi Vetrallesi, 15
LIBRERIA

Editoriale
di Enrico Guidoni

Nel ricordare i quindici anni di attività del Museo della Città e del Territorio è opportuno fare, se non un bilancio, il punto su quegli aspetti della situazione culturale vetrallese che toccano più da vicino i nostri programmi e le nostre proposte. Questo numero dell’Annuario accoglie, in primo luogo, alcune relazioni presentate a convegni i cui Atti, per mancanza di fondi necessari, non vengono pubblicati: si tratta dell’importante incontro svoltosi a Caprarola (in Palazzo Farnese), nel 2004, e della giornata di studio su “I musei della città e del territorio” tenutosi l’anno successivo nel Castello Orsini di Castel Madama (Roma). Nel primo incontro i numerosi relatori si sono concentrati sui valori artistici e sui significati simbolici delle opere di architettura, scultura e pittura presenti nel complesso farnesiano, mentre nel secondo -della serie dedicata ai centri storici che abbiamo più volte illustrato su queste pagine - si è trattato del forte impatto che la tipologia museale da noi proposta può avere sulla tutela e sulla promozione delle piccole realtà locali. I due temi sono in qualche modo tra loro connessi e complementari: dall’unione di importanti monumenti e di validi insiemi urbani e paesaggistici può infatti scaturire un’offerta culturale complessa e, ancor prima, una consapevolezza dello spessore del patrimonio collettivo e della necessità urgente di salvaguardarlo e utilizzarlo per uno sviluppo duraturo delle comunità.
Nel convegno “Il palazzo di Caprarola e le arti farnesiane: simboli e realtà” (19 novembre 2004), promosso dall’Accademia Kronos e dall’Associazione Storia della Città, hanno preso la parola Giuseppe Simonetta, Enrico Guidoni, Rosalba Cantone, Guglielmo Villa, Luciano Passini, Fulvio Ricci, Laura Caterina Cherubini, Sofia Varoli Piazza. Oltre alla già ricordata mancanza di fondi per la pubblicazione degli Atti, va comunque sottolineato che, nonostante il successo di pubblico e l’interesse delle numerose novità presentate, alcuni relatori non hanno poi consegnato in tempo utile i loro interventi scritti.
Il convegno “I Musei della città e del territorio per lo studio e la tutela dei centri storici e del paesaggio” (24-25 novembre 2005) è stato promosso ufficialmente dall’associazione “Storia della città” e si inserisce tra le iniziative avviate, sotto la sigla “Architettura in Provincia”, dal Comune di Castel Madama e dalla Facoltà di Architettura “Valle Giulia” dell’Università di Roma “La Sapienza”. Nelle due giornate di studio si sono trattate diverse tematiche. “Un progetto per i centri storici della Provincia di Roma”, “Esperienze di ricerca e progetti museali”, “L’archivio, il patrimonio museale e il patrimonio storico di Castel Madama. Un progetto integrato”. Sono intervenuti rappresentanti della Regione Lazio, della Provincia di Roma e della IX Comunità Montana, il preside di architettura Roberto Palumbo, il Sindaco di Castel Madama Alfredo Scardala; Enrico Guidoni, Ugo Soragni, Elisabetta De minicis. Carla Benocci, Francesco Maria Cifarelli, Federica Colaiacomo, Massimiliano Valenti, Fabrizio Vallelonga, Luigi Gasperini, Virginia Rossini, Flavia De Bellis, Roberto Zanini, Donato Tamblé, Ilaria Serchia. Si è trattato di un incontro fondativo (arricchito da numerose altre voci che hanno partecipato al dibattito), che ha individuato nei musei locali i possibili referenti e le sedi più appropriate per una svolta culturale capace di riportare in primo piano la storia territoriale e urbana come base per un’efficace azione, anche didattica, finalizzata alla salvaguardia e alla valorizzazione del nostro patrimonio. Città e territorio sono infatti sempre più minacciati dal disinteresse degli organi pubblici di tutela di fronte all’aggressione scomposta degli interessi privati e alla incapacità delle amministrazioni locali; i rimedi proposti (vedi Codice Urbani) sono in questo campo ampiamente reticenti e inefficaci.
Arte, città e territorio sono le tematiche cui si attiene, come sempre, l’attività del Museo di Vetralla, che anche per il 2007 programma un fitto calendario di mostre, conferenze e convegni: in particolare sono previsti una giornata di studio su Michelangelo e Andrea Bregno (nell’ambito del Comitato per le celebrazioni del quinto centenario della morte di quest’ultimo) e un’altra dedicata ancora una volta ai Centri Storici, con particolare riferimento alla Tuscia.
Per quanto riguarda in modo specifico Vetralla, è utile riassumere per sommi capi proposte e studi che, coerentemente sviluppatesi in un quindicennio tenendo conto sia della situazione specifica che dei problemi più generali, costituiscono ormai un programma di fatto, un collaudato sistema di concrete possibilità.
Tratteremo sinteticamente i cinque punti, già proposti da anni, finalizzati alla tutela e allo sviluppo virtuoso del centro storico e del paesaggio.

1) Museo della Città e del Territorio. Nel 2007 il Museo di Vetralla potrà dirsi concluso, con l’apertura al pubblico anche del piano inferiore in grotta, e comprendente le sezioni dedicate ai Laterizi, al Muratore e alla Pietra, la Cantina e i servizi igienici. Non va dimenticata la Casa Museo allestita nella Torre del Capitano del Popolo, inizio di un ampliamento dell’offerta museale che prefigura per la cittadina un ruolo forte sia sul piano culturale che su quello turistico. Da molti anni infatti abbiamo incoraggiato il Comune a costituire un Museo Archeologico (o Antiquarium) comunale, per conservare manufatti che attualmente hanno collocazione provvisoria e anche i reperti di auspicabili future campagne di scavi. Abbiamo anche proposto, ormai da più di un decennio, la costituzione di un Museo del lavoro contadino che senza sovrapporsi al Museo già esistente dedicato in modo specifico all’artigianato e con taglio specialistico, consenta di raccogliere le ultime testimonianze delle attrezzature agricole (in particolare di quelle relative alla celebrata coltura dell’ulivo e i carri di trasporto). Infine, a completare il sistema museale vetrallese si potrà prevedere un Museo naturalistico comunale che potrà essere liberamente tagliato sul grande patrimonio boschivo ma anche su tematiche diverse, costituendo a sua volta un polo attrattivo di notevole valore anche sul piano educativo. Per queste nuove iniziative, tutte rigorosamente pubbliche in modo da poter ricevere adeguati finanziamenti iniziali e costanti contributi, mettiamo a disposizione la nostra esperienza.

2) Pavimentazioni. Per non ripetere la deleteria esperienza di alcuni anni orsono, quando una parte delle antiche pavimentazioni di Vetralla è stata rifatta senza tener conto del loro valore storico e con dispersione del materiale originale, chiediamo che i prossimi previsti interventi siano più controllati e condivisi, anche ad evitare polemiche che, a cose fatte, potrebbero sembrare inutili. Ci riferiamo, in primo luogo, alla Via Cassia interna ma anche ad alcuni vicoli che potrebbero essere restaurati anche per collaudare una metodologia di intervento rispettosa dell’esistente e già ampliamente applicata altrove.

3) Parco suburbano. Oltre al parco suburbano proposto molti anni fa nella tesi di laurea di Stefania Fieno, la destinazione a parco di una parte del territorio boschivo di Vetralla si impone nell’ottica dello sviluppo e della occupazione, e lo stesso può dirsi a proposito di un parco archeologico a tutela dell’area di Grotta Porcina. La proposta dei Parchi Suburbani per la tutela del paesaggio circostante i centri antichi ha avuto un clamoroso successo e sviluppo Viterbo con la vicenda del Parco Arcionello, iniziativa capace a sua volta di stimolare gli studi sull’area e che ha trovato come prevedibile forte resistenze da parte dell’Amministrazione Comunale viterbese. Il parco suburbano è stato tema di tesi di laurea in Storia dell’urbanistica (progetto per Castel Sant’Elia) e di proposte attualmente in corso (Comune di Civitella S. Paolo).

4) Mura urbane. Sulle mura urbane medievali di Vetralla è stata redatta una tesi di Laurea (vedi “Studi vetrallesi” n. 14, Editoriale), e così anche sulla Rocca semidistrutta dai bombardamenti. Nonostante il danno perpetrato su Porta San Pietro con un “restauro” sostanzialmente distruttivo, sarebbe ancora attuabile un piano complessivo di salvaguardia che in alcuni punti ancora conservati potrebbe arrestare il degrado, e in altri eliminare le più vistose e recenti manomissioni.

5) Regolamento per l’ornato. Gli studi condotti a più riprese su Vetralla dagli allievi della Scuola di Specializzazione in Restauro dei Monumenti dell’Università di Roma “La Sapienza” avrebbe potuto consentire, da oltre un decennio, la redazione di un regolamento preciso ed efficace volto a tutelare l’autenticità del Centro Storico e a favorirne la valorizzazione. La normativa oggi vigente non garantisce -anzi punisce- l’edilizia storica e non è sufficiente a innescare lo sviluppo abitativo. Contro il continuo degrado dell’immagine (omologata sempre più a un gusto “moderno” di periferia) e delle strutture (deterioramenti, crolli ecc) si può ancora intervenire per salvare il salvabile. In questi ultimi anni le esperienze maturate redigendo il Regolamento per l’ornato di Viterbo, Calcata, Civitella San Paolo, e il Piano di recupero di Calcata hanno confermato, a fronte di una avversione ad ogni regola di chi non vorrebbe vincoli ai propri personali interessi, una forte crescita della sensibilità per il bene pubblico e per il patrimonio collettivo inteso anche come simbolo prestigioso e riconosciuto delle proprie radici storiche. Salvando l’autenticità e recuperando l’immagine sicuramente si otterrà anche una crescita di valore e un riconoscimento dei cittadini all’amministrazione che vorrà intraprendere questa strada.