Controvoglia, controluce
Paola Maruzzi
Il presente lavoro è frutto del progetto “Il coraggio di pubblicare” ideato per la classe 2F ITT dell’Istituto U. Midossi insieme a Diana Ghaleb. Si è voluto proporre agli studenti un viaggio a ritroso alla scoperta del libro, esplorandolo da diverse prospettive: quella dell’autorialità, quella dell’officina editoriale con il suo ventaglio di figure professionali, quella storico-filologica attraverso l’excursus di manoscritti e prime edizioni a stampa.
Al di là della cornice interdisciplinare, al di là delle parole che si potrebbe continuare a confezionare nel più forbito “didattichese”, l’onestà intellettuale impone di soffermarsi su un aspetto: giungere al termine di questo “canzoniere” collettivo di giovani autori è stato un faticoso lavoro di maieutica, una sfida creativa nutrita di controvoglia. I ragazzi hanno rivendicato sin da subito il loro diritto a non amare la poesia, forti di quella maggioranza di cui parla Wislawa Szymborska che, non a caso, in Non a tutti piace la poesia tocca sottilmente il tasto paradossale del piacere poetico imposto dall’obbligo scolastico.
Dunque, i nostri autori hanno cominciato scrivendo loro malgrado, si sono misurati con la scrittura commissionata, con lo spazio creativo contratto dal suono della campanella, con la frustrazione della pagina bianca. Eppure lo scetticismo – così ostentato, così fragile – non ha impedito loro di mettersi in gioco e di approdare a
parole autentiche. Componimento dopo componimento, hanno imparato a guardarsi dentro, a riconoscere la penna dell’altro, a chiedere che la propria poesia venisse letta in aula, ad alta voce, affinché i compagni la potessero sentire.
Il coraggio di pubblicare è Cristiano che non voleva firmare la sua prima prova poetica e infine ha scelto di farlo; è il verso affermativo di Alex che scrive io sono un poeta; è l’anafora del ti amo di Cristian; è Matteo che corregge le bozze e si avvicina all’amico per suggerirgli qualche cambiamento nella scelta delle parole; è la solitudine improvvisa di Andrea quando perde nonna Teresa; è Francesco che compone per il piacere di farlo.
Il coraggio di pubblicare è l’insieme indicibile di prime volte e grandi conquiste avvenute dietro le quinte. Non solo. Oltre il sipario della pubblicazione, questa raccolta contiene in controluce anche la fotografia di un gruppo collaudato, i suoi attriti, le sue vere amicizie, gli umori volatili, le mutue alleanze e le giornate storte.
In parallelo, l’alchimia tra Fabrizia Lucidi e le studentesse e gli studenti della 2A del Liceo Artistico di Vignanello, ha reso possibile il passaggio dai testi alle illustrazioni. Le proposte visive delle diverse sezioni sono il risultato della libera interpretazione ottenuta sorvolando i campi semantici, una rielaborazione che ha creato qualcosa di nuovo. La linoleografia, con la sua grafica diretta e il suo segno deciso, ha permesso ai ragazzi di decifrare in modo rapido i temi centrali del libro e al lettore di essere accompagnato nella ricerca di significati diversi e suggestioni diversificate, senza la distrazione dovuta all’eccesso di dettagli. Le composizioni visive hanno preso vita attraverso percorsi variegati e personali: dalla fotografia alla rivisitazione di immagini bidimensionali preesistenti o di fantasia. Tre le costanti nella realizzazione delle illustrazioni: il formato della matrice, il colore nero dell’imprimitura e la meraviglia di farsi sorprendere dalla stampa.
Abbiamo fatto rumore vuole, infine, essere un ponte simbolico tra l’anima scientifico-tecnologica e quella artistica dell’IIS U. Midossi, permettendo ai plessi di Civita Castellana e di Vignanello di ricongiungersi nella geografia della carta.
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