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ARTE, HUMANITAS E RIVENDICAZIONI SOCIALI
NELLE CARTE D'ARCHIVIO
Angelo Allegrini, Luca Della Rocca, Marina Loffredo


Presentazione
Angelo Allegrini
Direttore Archivio di Stato di Viterbo

Differentemente dai precedenti volumi, questo IV Quaderno dell’Archivio di Stato di Viterbo non si presenta sotto forma di monografia bensì come raccolta di interventi diversi, caratterizzati tuttavia dalla presenza di un medesimo legame che consente agevolmente di affiancarli senza rischio di critica da parte del lettore.
Si tratta di un legame – quello costituito dal comune studio dei documenti conservati precipuamente nel nostro Istituto – che testimonia la varietà e l’importanza di un patrimonio di informazioni preziose e testimonianze storiche, amministrative, giuridiche e culturali che sono di importanza vitale per la comprensione del passato e per la costruzione dell’identità collettiva di una società.
Come attestano gli articoli contenuti nel Quaderno, per mezzo dei nostri documenti, è possibile studiare e interpretare eventi storici e artistici, analizzare la società, preservare tradizioni culturali o, addirittura, conservare prove di diritti e doveri giuridici.
Una varietà di possibilità così ampia che fa capire bene il perché archivi e singoli documenti siano oggi riconosciuti beni culturali dal nostro Ordinamento e nella fattispecie dal Codice dei beni culturali e del paesaggio: un riconoscimento che sottolinea la responsabilità delle istituzioni e dei singoli individui di preservare gli archivi per le generazioni future, che implica la promozione di politiche e pratiche di gestione e di conservazione dei materiali, l’adozione di standard di digitalizzazione e la sensibilizzazione sull’importanza di proteggere e valorizzare questi patrimoni culturali.

I contenuti.
Attraverso uno spaccato di storia locale, popolato sia di personaggi noti – ancora oggi ricordati – che di figure quasi sconosciute, il primo contributo si propone di partecipare all’approfondimento di una questione che fu saliente non solo per molti uomini e donne del tempo, ma anche per la stessa economia italiana uscita malconcia dalle vicissitudini della guerra e della dittatura fascista.
Tra tutti i fatti esaminati, ciò che è emerso e si è quindi imposto come nucleo centrale all’attenzione di questo studio è stata la peripezia delle occupazioni delle terre incolte o insufficientemente coltivate, avvenuta a seguito dei provvedimenti legislativi emanati dal ministro dell’Agricoltura Fausto Gullo e dal suo successore Antonio Segni.
Proprio a questo proposito, poiché molte ricerche condotte finora hanno lasciato aperti diversi problemi di interpretazione storiografica degli avvenimenti, si è cercato di dimostrare l’esistenza di una linea di continuità nell’azione dei due uomini di governo, confutando per mezzo dei documenti d’archivio la tesi che il fallimento del tentativo operato dal comunista Gullo sia stato da addebitare alla supposta ostilità e resistenza dei successivi governi democristiani.
Con il secondo approfondimento lo studioso e storico dell’arte Luca Della Rocca, a distanza di 17 anni dalla pubblicazione relativa agli affreschi della ex chiesa di Santo Stefano di Bagnaia (VT), esamina le opere conservate presso il palazzo Gallo, sempre a Bagnaia. Secondo DeIla Rocca la lettura stilistico formale e comparativa delle pitture e soprattutto bibliografia e documentazione d’archivio evidenziano un percorso comune che collega quel borgo agli esiti figurativi della pittura napoletana, parallela e coincidente a quella che si manifestò tra l’alto Lazio e l’Umbria meridionale nel periodo compreso tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500.
Infine, l’archivista Marina Loffredo sottolinea la “versatilità degli uomini togati del Quattrocento” già notata dal Pinzi proprio in riferimento a Cristoforo Malvicini, che trova la sua massima espressione nel protocollo notarile appartenuto a quest’ultimo e ai fratelli Silvestro e Bernardino. All’interno di tale “zibaldone” lo spazio riservato agli atti notarili si rivela infatti nettamente circoscritto rispetto alla restante parte del volume, costituita dai più disparati spunti legati alla classicità e alle umane lettere, dove – in perfetta linea con il fervore tipico dell’Umanesimo – la curiositas finisce per coniugarsi con un sentito principio di auctoritas.

Viterbo, settembre 2023