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ESSERE VISTI
di Alfideo Fochetti


Prefazione

“Essere visti” è un percorso, un punto di vista e di ripartenza. È il bilancio di una vita che arriva quando tutto sembra essere già stato consumato, divorato quasi, con eccesso e passione.

In realtà è uno sguardo disincantato e maturo sull’oggi, che comincia adesso, e sul futuro che inizia domani e ricomincia ogni giorno con le stesse incertezze e quelle “piccole / gioie / che subito / svaniscono”. Versi consapevoli di una felicità sempre a portata di mano e sempre inafferrabile, che svanisce un attimo dopo aver donato l’ebbrezza di “essere / per poco tempo / in un mondo / nuovo”.

In questa raccolta sono riuniti i sentimenti che, più di ogni altra cosa, hanno riempito l’anima del poeta colmandola e placandola allo stesso tempo: l’Amore, l’Amicizia e la Rabbia. Tre facce di un triangolo esistenziale difficile e complicato da cogliere se non si possiede la chiave giusta, la sensibilità di una personalità incontenibile e complessa qual è quella dell’autore.

L’Amore è il sentimento che più di ogni altro lo completa, la sua essenza sfuggente ed indefinibile, il quid che restituisce un significato profondo alle nostre vite e che, in uno scorrere incessante e mutevole, cambia continuamente i contorni, trascendendo in mille altri significati perché: “serve tutto / per essere amore!”. E l’Amore cambia, cresce, si trasforma: diventa amicizia, diventa rabbia, in un percorso senza soluzione di continuità che attraversa il quotidiano.

Essere visti è l’antologia del riscatto, è la parola che acquista consapevolezza, il pensiero sfuggente di un attimo che si trasforma in segno indelebile, le esperienze di una vita che rimangono fissate su un foglio.

La dedica iniziale alla madre diviene, in questa cornice, la sintesi perfetta dei tre sentimenti che dominano l’esistenza di Alfideo, fino a diventarne l’essenza più pura, il punto fermo che rimane aldilà della burrasca, la certezza che domina l’incessante fluire delle emozioni.

L’autore è un’anima errante, alla ricerca del proprio sé a volte in un amore “dammi il / senso / di un giorno / che nasce”, a volte in un amico “l’amore per i tuoi amici / è ciò che conta” palliativi effimeri di una pienezza mai completa che finisce per declinarsi in rabbia “Ci resta dentro / una rabbia minima / e la consolazione / di non restare / delusi dal nulla!”

In questo luogo sospeso nello spazio e nel tempo, la solitudine irrompe violenta per trovare un significato nascosto nella nuova alba e poi ancora, giorno dopo giorno, in una vana conquista di apparenti significati: ”E poi / arrivati / alla fine / si può / di nuovo / partire. / Le menzogne / intuite / racchiuse / e dimenticate / erano tutte / conosciute”.

Simona Tenentini