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DIARIO DI BORGO
Andrea Menghini


Prefazione

Un diario di bordo che diventa diario di borgo, nei cui vicoli s’intrecciano emozioni, sentimenti, incontri. Da qui l’idea di Andrea Menghini di dare voce alle passioni: una composizione di parole di strada, realizzata da un cantastorie che nel nuovo millennio diventa rapper, rapper di borgo.
Una nostalgia di classicità, di parole che si inseguono tra passato e presente, tra antico e moderno, che piegano il dialetto, ne addomesticano i versi.
Un cammino di trasformazione, soprattutto quando il gergo romanesco prende il sopravvento e un po’ si italianizza e ferma su carta sogni personali e sogni altrui di cui l’autore si appropria. Perché solo quando riesce a entrare nei desideri degli altri, a farli suoi, si sente finalmente libero.
Le rime in romanesco fanno riemergere un passato che si confonde nella quotidianità, come quell’architrave antico che diventa la traversa nel gioco del pallone. Una nostalgia remota che non è solitudine intellettuale, ma una via per esprimere e condividere la propria anima, i propri rimpianti anche nei confronti di persone e situazioni che non ci sono più. Una solitudine che viene vinta quando è comunicata agli altri, quando, in quella rincorsa di parole, la sonorità delle rime fa il verso alle parole stesse.
Una scelta univoca e diretta alla vita, per non dimenticarsi della vita stessa, di questo misterioso viaggio qui racchiuso in un diario di borgo.

Vania Colasanti